Il sindaco di Cagliari: «Facciamo la nostra parte ma ci serve aiuto»
ANTONELLO DEIDDA
CAGLIARI. Il saluto della città dal sindaco bambino al nonno presidente. Poi Massimo Zedda è andato al cuore dei problemi, ricordando a Napolitano la stagione di disagio che vivono i comuni in Italia e nel meridione in particolare: «Tagli, tasse, nuove povertà e crisi del lavoro: rispetto a questi problemi faremo la nostra parte ma chiediamo aiuto».
Il Presidente della Repubblica è entrato nella sala Figari alle 11 e 10, si è fermato davanti al Gonfalone della città e poi ha lasciato la parola al suo giovane amico. Massimo Zedda non ha usato troppi giri di parole: «La nostra amministrazione, insediata da otto mesi, affronta uno dei momenti più difficili della sua storia ma rispetto a questi e ad altri problemi che verranno, siamo consapevoli che la nostra non sarà mai una rivendicazione solo economica: ad ognuno chiederemo di fare la sua parte. Siamo impegnati con una politica di grande sobrietà, di tagli del superfluo e investimenti sul sostegno alla famiglia, sulla scuola, la cultura, l’ambiente e le infrastrutture strategiche». Poi, rivolto a Napolitano: «Guarderemo alla sua storia politica, lei che da protagonista ha attraversato la storia del paese nelle sue fasi più complesse. Dal meglio che il paese ha saputo esprimere traiamo ispirazione ed esempio, sperando di avere il suo rigore morale, la sua forza e coerenza».
Una breve replica del presidente del Consiglio Ninni Depau, che ha richiamato «la coesione sociale che permetta di uscire dalla crisi». E alla coesione sociale ha fatto riferimento Napolitano. Prima il ringraziamento per l’accoglienza e il ricordo della terza volta a Cagliari in veste istituzionale: nel 1993 da presidente della Camera, nel 1997 da ministro dell’Interno e oggi a ricordare a tutti che «è più semplice incontrare le persone quando le cose vanno bene ma è altrettanto importante la presenza della istituzioni quando vanno male». Una lezione e una risposta ai fischi, dalla crisi si può uscire tutti insieme: «Il Comune è più vicino ai cittadini e deve ascoltare le istanze di tutte le parti. Un discorso che vale per il Meridione, rimasto indietro per divari sociali ed economici. Una questione che non siamo riusciti a colmare e che non è solo economica ma anche civile e istituzionale: una questione ineludibile». Applausi.
I RICORDI
Quando «zio Giorgio» andava a casa Zedda
CAGLIARI. Tre visite come rappresentante ufficiale delle istituzioni e chissà quante altre più familiari. Gìà perchè Napolitano in anni passati era in città spessissimo, ospite della famiglia del sindaco che ieri lo ha accolto. Giorgio Napolitano e Massimo Zedda si conoscono dai tempi in cui il padre del sindaco era dirigente del Pci. Ogni visita a Cagliari era anche una visita a casa Zedda. Momenti rievocati nell’incontro quasi privato che ha preceduto la cerimonia nella sala Figari. Il sindaco, vestito della fascia tricolore, ha consegnto al Presidente Napolitano due regali: un’edizione originale del 1851 dei «Bozzetti sardi», racconti su Cagliari di uno dei sindaci-simbolo della città, Ottone Bacaredda. E poi un ritratto del Presidente preparato da un bambino delle scuole elementari. Un momento che ha preceduto la cerimonia ufficiale, dove Napolitano ha salutato i rappresentanti della Giunta e i consiglieri comunali. Solo il rappresentante del Psd’Az ha disertato: «Ho voluto rappresentare così il rammarico e la disillusione del popolo sardo per gli impegni di anni promessi e mai mantenuti da Roma per il rilancio economico e sociale della Sardegna». Ma il Presidente della Repubblica non ha mancato di sottolineare la presenza da record o quasi in Italia di quote rosa in Giunta, con sei donne-assessore. E poi, in un clima da primo giorno di scuola, ecco le foto. Coi corazzieri soprattutto. Tutti insieme, per una giornata davvero particolare per il Comune di Cagliari.(ad)