Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Rossella sta bene», parola di presidente

Fonte: La Nuova Sardegna
21 febbraio 2012



Napolitano rassicura i genitori della cooperante di Samugheo rapita in Algeria



L’incontro con i familiari della ragazza è durato 45 minuti

STEFANO AMBU

CAGLIARI. Rossella sta bene, l’ha detto il presidente. L’espressione del viso di mamma e papà, Graziano Urru e Marisa Frongia, non lascia trapelare molto. E basta solo un gesto della mano, accompagnato da un piccolo sorriso, per far capire che nessuno dei due ha voglia di parlare. Ma il colloquio di ieri pomeriggio, durato circa tre quarti d’ora, con Giorgio Napolitano, forse toglie un po’ di angoscia e aggiunge speranza. Chiare le parole del capo dello Stato, all’uscita dell’Hotel Regina Margherita, sede dell’incontro privato: «Le condizioni di Rossella sono buone». Una frase che è una doppia risposta. Primo sul fatto che la Farnesina non si è dimenticata di lei. Secondo sulle condizioni di salute della ragazza. Non è emerso altro. O almeno non si sa se si è parlato del luogo in cui Rossella è tenuta prigioniera. O se esistono tempi più o meno certi per il rilascio. Ma, i tanti amici, sindaco compreso, che ieri mattina sono partiti presto da Samugheo l’hanno presa come una buona notizia.
I genitori e il fratello di Rossella, Mauro, 23 anni, sono entrati dall’ingresso principale dell’hotel poco dopo le 15.40. E sono usciti 45 minuti dopo puntando dritti verso il gruppo di amici e amiche sistemato dietro lo striscione e le decine di mani che tenevano la fotografia della cooperante. Che cosa è successo in quei tre quarti d’ora? Napolitano, che si era messo in contatto con la Farnesina, ha comunicato, anche di fronte al presidente della Regione Ugo Cappellacci che ha partecipato all’incontro, gli ultimi aggiornamenti. Rassicurazioni, insomma. Confermate poi dal ministro degli Esteri, Giulio Terzi. Che via Twitter ha garantito che l’Unità di Crisi, sempre in contatto con i familiari, è impegnata fin dall’inizio per ottenere la liberazione della ragazza. Il titolare della Farnesina torna a difendere la linea del «riserbo», che considera, «d’obbligo per soluzione positiva».
Il sindaco di Samugheo Antonello Demelas, che ha seguito la carovana, è in mezzo al gruppo. Ma più nelle vesti di amico che di primo cittadino. «Sono senz’altro notizie positive - ha detto - che sicuramente hanno rincuorato non poco i genitori di Rossella e tutta la nostra comunità». Commoventi da subito, i ragazzi di Samugheo. In prima fila dalla mattina presto con lo striscione più grande davanti al Municipio. Ma non soltanto in via Roma: un manifesto era presente anche di fronte al Teatro Lirico e davanti all’hotel che ha ospitato il presidente della Repubblica. Tutto vale pur di farsi vedere. E ricordare quello che è successo quattro mesi fa, il rapimento, e quello che non è ancora accaduto, la liberazione: sfilate in costume sardo di fronte al porto e decine di magliette bianche con la scritta rossa “Rossella libera”. Non cercano pubblicità per loro. E non ci tengono al loro nome sul giornale: «Qualsiasi occasione - spiega un’amica - è importante per ribadire il concetto: Rossella è stata rapita e non è ancora tornata. Siamo qui per chiedere ogni giorno il massimo impegno perchè si trovi al più presto la soluzione che tutti cerchiamo: riabbracciarla e riaverla con noi a Samugheo».
Un caso che era già nazionale, quello della cooperante rapita, ma che da sabato è diventato anche più conosciuto. Grazie a Sanremo e alla sensibilità di una quasi vicina di casa: Geppi Cucciari, che ha ricordato, tra una canzone d’amore, una predica e uno spacco, il caso. E la storia: la ragazza venne prelevata dal campo profughi saharawi di Hassi Rabuni, nei pressi di Tindouf, nella notte tra sabato 22 e domenica 23 ottobre con due cooperanti spagnoli, Ainhoa Fernandez de Rincon ed Enric Gonyalons. Rossella da due anni coordinava un progetto finanziato dalla Comunità Eupea tra popolazioni fuggite da guerra e miseria, dove si occupava dei rifornimenti alimentari e della loro distribuzione, con particolare attenzione alle necessità di donne e bambini. In mancanza di notizie, dopo quelle di fonte spagnola arrivate un mese fa che mostravano una foto di tre persone tenute prigioniere da uomini armati, è cresciuta la preoccupazione e si sono intensificati gli appelli per la liberazione. Ieri ancora alla carica.