Un richiamo che fa sperare
Roberto Casu
Alla fine la risposta del presidente è arrivata. Nel suo intervento in Consiglio regionale, rispondendo a Claudia Lombardo, Giorgio Napolitano ha ammesso che nei confronti dello Stato i sardi «hanno diritti da far valere» e «i governi attuali devono rispettare gli impegni che anche altri governi non hanno mantenuto».
Parole niente affatto scontate. Perché per la prima volta un presidente della Repubblica riconosce solennemente il diritto della Sardegna alle entrate fiscali (800 milioni che lo Stato dovrebbe versare annualmente alla Regione ma che non ha mai versato). E perchè il richiamo al governo Monti arriva da colui che più di tutti si è battuto per portare il Professore a Palazzo Chigi.
Onestamente dubitiamo che le parole del presidente basteranno a sbloccare la vertenza forse più difficile tra Regione e Stato. Però aiuteranno Cappellacci a battere i pugni sul tavolo del Governo.
Intanto aiutano lo stesso Napolitano. Poco prima dell'esternazione sulle entrate, il presidente era stato bersaglio delle contestazioni di pastori, studenti, Sardigna Natzione e movimento anti-Equitalia. Un fatto senza precedenti a Cagliari e in Sardegna, e che dà la misura del malessere montante nella società isolana.
I fischi e gli slogan di protesta non erano certo diretti alla persona di Giorgio Napolitano, però rischiavano di lasciare una ferita aperta. La grande intelligenza politica del presidente ha ricucito lo strappo in tempo reale. E oggi, nelle due tappe di Sassari e Alghero, c'è l'occasione per approfondire il discorso e lanciare quel messaggio di coesione nazionale che i sardi aspettano da ormai troppo tempo.
Sappiamo che il capo dello Stato non ha poteri decisionali. Ma conosciamo altrettanto bene la sua autorità morale e politica. E ci aspettiamo di sentire parole chiare non solo sulle entrate fiscali. Il presidente ha in mano tutto il dossier sulla vertenza Sardegna consegnatogli ieri da Cappellacci. L'Isola chiede al Governo centrale risposte sulla crisi industriale del Sulcis, sull'energia, sui trasporti interni e la continuità territoriale, sulle infrastrutture e sulla moratoria delle azioni Equitalia. C'è in gioco il futuro di una Regione-Nazione. Siamo certi che Napolitano pronuncerà altre parole chiare.