Visita in Comune e inaugurazione di una scultura al porto
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L'antica amicizia di famiglia regala sorrisi affettuosi appena Giorgio Napolitano incontra Massimo Zedda (figlio del dirigente del Pci Paolo, legato da tempo al capo dello Stato). Ma le tappe forzate del cerimoniale in Comune consentono di indugiare giusto qualche istante sui vecchi ricordi. Il capo dello Stato si affaccia nella sala matrimoni al secondo piano di via Roma alle undici in punto (dopo aver inaugurato, al porto, il Tricolore d'Italia , la scultura di pietra di Pinuccio Sciola), anticipato dalla bandiera del Quirinale e da due corazzieri. Un'occhiata al gonfalone rossoblù della città, poi il saluto alla Giunta e al Consiglio comunale. Napolitano apprezza la folta presenza di donne alla guida dell'amministrazione cittadina e si concede una battuta: «Sono davvero tante».
Il primo cittadino fa gli onori di casa (accanto a lui ci sono il presidente della Regione Ugo Cappellacci, il presidente del Consiglio regionale Claudia Lombardo e il presidente della Provincia Angela Quaquero) e presenta il ritratto di una città guidata da «una giovane Giunta» che «deve fare i conti con tagli, tasse, crisi occupazionale e nuove povertà». Ma «noi non facciamo solo una rivendicazione economica», perché «chiediamo a tutte le istituzioni di fare la propria parte». L'amministrazione cagliaritana, continua Zedda, «ha scelto di affidarsi a una politica di grande sobrietà, di taglio del superfluo e di investimenti su ciò che riteniamo importante: il sostegno alle famiglie, la scuola, la cultura, l'ambiente, le infrastrutture strategiche».
Poi tocca al presidente dell'assemblea di via Roma Ninni De Pau. Si arriva al «disagio sociale» che agita una città alle prese con la crisi economica: «Abbiamo il record di disoccupazione giovanile e anche quello dell'abbandono scolastico». All'appuntamento col presidente mancano tre consiglieri. Due (Giuseppe Farris e Enrico Lobina) per motivi di lavoro, uno (il sardista Paolo Casu) per scelta polemica: «Ho voluto rappresentare il rammarico e la disillusione del popolo sardo per gli impegni promessi da anni e mai mantenuti da Roma».
Napolitano ricorda le sue ultime visite in città («nel '93 da presidente della Camera, nel '97 da ministro dell'Interno») e sottolinea che «forse è più facile incontrarsi quando le cose vanno bene», e invece bisogna trovare la forza di farlo «nelle situazioni di difficoltà». I comuni «hanno un ruolo fondamentale», perché «su di essi poggia tutto l'edificio della democrazia amministrativa». Da qui l'inivito ai rappresentanti di via Roma: «Voi dovete ascoltare i cittadini, le persone che hanno problemi». La coesione sociale diventa un modello di riferimento: «È fondamentale tutelare chi è povero e chi non ha lavoro».
G. Z.