VERSO I REFERENDUM
Partiti in ordine sparso in vista dei dieci referendum regionali che porteranno i sardi alle urne in primavera. Tutti d’accordo sull’abolizione delle Province, ma sugli altri quesiti la discussione è aperta. Se appare chiara e senza tentennamenti la posizione dei Riformatori sardi di Massimo Fantola, anima dei referendum, e dell’Idv di Federico Palomba, votati al sì per tutti i dieci quesiti, le intenzioni delle altre compagini politiche non sono così ovvie. Il Pdl, agitato dallo scandalo dei tesseramenti fasulli che sta scuotendo il partito anche in Sardegna, non si sbilancia: «Sui quesiti referendari il partito non si è ancora riunito e non ha preso ancora nessuna decisione sulla linea da tenere», spiega il coordinatore regionale, Settimo Nizzi, «quindi non posso dire nulla, prima che il partito, a livello regionale, affronti l’argomen - to». Un partito che ha le idee già chiare su come affrontare i referendum è Futuro e libertà: «L’abolizione delle Province è una nostra battaglia, niente di nuovo, sosteniamo certamente il sì», spiega il leader regionale di Fli, Ignazio Artizzu, meno convinto davanti agli atri quesiti, non per i principi e i contenuti, ma per il modus operandi: «L’abolizione dei Cda, del voto segreto in Consiglio regionale e la revisione dello status dei consiglieri mi sembrano argomenti molto demagogici», commenta. «Sui Cda, si può già far bene evitando che i politici di turo chiedano puntualmente i posti per i loro rappresentanti. Gli altri argomenti sono già stati trattati e possono esserlo ancora in Consiglio. Le indennità dei consiglieri, per esempio, sono già state ritoccate senza bisogno di aspettare l’esito di un referendum». Anche nel Psd’Az la discussione sui referendum regionali non è ancora stata affrontata dal partito, è all’ordine del giorno di una riunione convocata per la prossima settimana. Ma il segretario nazionale, Giovanni Colli, ha già le idee abbastanza chiare: «Posso dire che siamo d’accordo sull’abolizione delle Province. Per il resto a mio avviso la classe politica deve stare attenta a non confondere la riduzione dei costi della politica con la riduzione della rappresentanza democratica, che si ritorce sempre contro i cittadini». Sullo Statuto, il Psd’Az non fa sconti: « L’Assemblea costituente è l’unico modo per sottrarre lo Statuto alle logiche dei partiti che si seguono in Consiglio regionale». Per l’Udc gran parte dei quesiti è figlio dell’onda generale di antipolitica, e affrontano argomenti già oggetto di proposte di legge in Consiglio regionale: «D’ac - cordo con l’abolizione delle Province, per il resto, diciamo che il vero problema è far funzionare bene la macchina del Consiglio regionale», spiega il capogruppo Giulio Steri. «Se gli ingranaggi amministrativi funzionano a dovere, i soldi pubblici sono ben spesi», continua. Dubbi sulle primarie per la scelta del governatore: «Le primarie in sé possono essere uno strumento positivo, ma non nel modo in cui sono realizzate adesso. Hanno bisogno di essere regolate».