Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Un «Sardus Pater» in grado di mostrare come spiccare il volo

Fonte: La Nuova Sardegna
20 febbraio 2012



I ricordi del presidente Cappellacci, del sindacato, dell’Ordine dei giornalisti, la Fnsi e gli ambientalisti




CAGLIARI. «La Sardegna ha perso uno dei suoi uomini migliori, un vero cantore-cultore della nostra identità». Così ha dichiarato ieri il presidente della Regione Ugo Cappellacci, sulla scomparsa di Giovanni Lilliu. «Il “Sardus Pater” assegnatogli nel 2007 - ha detto Cappellacci - è un’onorificenza che ben simboleggia l’affetto e la riconoscenza di tutti i sardi per un uomo che ha dedicato tutta la sua vita a studiare, ricostruire e valorizzare la storia dei nostri progenitori perchè, come spiegava, bisogna saper “incorporare il passato per aprirsi all’avvenire”. Partire cioè dalle nostre radici per spiccare il volo. E’ questa la grande lezione civile e il lascito alle future generazioni di un uomo che ha onorato con la sua presenza, dal 1969 al 1974, il Consiglio Regionale. Con una militanza politica all’insegna del rispetto di tutte le posizioni».
«Anche il giornalismo sardo è in lutto per la scomparsa del professor Giovanni Lilliu». Così ha detto il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna, Filippo Peretti, nel ricordare che lo studioso era iscritto all’Albo dal 1983. «L’illustre accademico - ha detto Peretti - ha onorato anche la figura del giornalista pubblicista, interpretandola in modo esemplare per prestigio e competenza. Con i suoi memorabili articoli sulle principali testate isolane, Giovanni Lilliu ha testimoniato, in spirito di servizio, il ruolo e il significato di un’informazione intesa soprattutto come strumento a favore dello sviluppo sociale e culturale di un popolo».
E Franco Siddi, il segretario della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, ricordando la scoperta di Barumini ha segnalato come «La grandezza della sua opera è in quegli scavi e nell’immensa produzione di documenti, scritti, saggi che ne fanno uno dei padri di patria sarda d’oggi, un vero federalista d’Italia e d’Europa del Novecento, segnatamente degli ultimi ottanta anni. Pubblicista naturale, oltre che accademico di immenso prestigio, agli studi e alle ricerche ha unito un’opera divulgativa straordinaria, alimentando su più testate pagine di storia e cultura e il dibattito delle idee. Nel 1983 questa sua attività venne riconosciuta con l’iscrizione all’albo dei giornalisti quale pubblicista e subito dopo al sindacato di categoria, verso il quale fino alla morte - ha detto Siddi - ha mantenuto l’adesione come forma di solidarietà nei confronti di una professione chiamata a lavorare su e per la libertà».
E dal sindacato è giunto un altro affettuoso ricordo. Quello di Mario Medde, segretario regionale Cisl. «Fino agli ultimi mesi di vita - ha sottolineato Medde - è stato vicino al movimento sindacale. Considerava, infatti, le lotte dei lavoratori straordinario veicolo per l’affermazione dello spirito autonomistico del popolo sardo che reputava autentico patrimonio genetico della nostra cultura».
Per Legambiente Sardegna infine - che ha ricordato come lo studioso è primo firmatario della petizione per il progetto di legge del Parco di Tuvixeddu presentato giorni fa - la scomparsa di Lilliu è dolorosa perdita di un grande che si è sempre battuto per la salvaguardia dei valori ambientali e culturali dell’isola. «Dagli anni’70 in veste di consigliere comunale di Cagliari ha propugnato con vigore i valori storico culturali della città. Proseguendo su questa linea negli ultimi 20 anni è sempre stato vicino anche alla nostra associazione, in particolare per la salvaguardia e valorizzazione di Tuvixeddu, partecipando ai nostri convegni con interventi illuminanti e mettendo a disposizione la sua elevata competenza».