STAMPACE. A Santa Chiara film e foto, radio ed elmetti d'epoca. Si replica oggi
Rievocati gli attacchi aerei angloamericani del 1943
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Le sirene, la corsa ai rifugi, gli aerei, le bombe, la distruzione. Tutto è nitido nei ricordi dei cagliaritani che videro la propria città crollare al suolo in sole due giornate: 17 e 18 febbraio del '43. A quasi settant'anni da quei tragici avvenimenti, gli anziani di oggi ripercorrono i momenti che portarono Cagliari al triste primato di città più bombardata d'Europa. Lo hanno fatto ieri alle 17, alla chiesa sconsacrata di Santa Chiara in occasione dell'evento “Sotto le bombe del 1943” (organizzato dalla società Sant'Anna e dalle associazioni Cavità cagliaritane, Aloe felice, Fare verde e Historicas), e lo faranno oggi, stessa posto stessa ora, quando gli scrittori Marcello Polastri, Angelo Pili e Fabrizio Raccis mostreranno al pubblico le vie-simbolo dei bombardamenti.
LA RIEVOCAZIONE Al grido di “To bomb” gli ordigni inglesi e americani dilaniarono il cuore della città: nelle foto e nei filmati di allora, mostrati ieri dal documentarista Sergio Rani, a stento si delineano via Manno, la chiesa di Santa Caterina o via Università. Anche una piccola mostra di radio ed elmetti d'epoca esposti oggi e domani dall'Anget (Associazione nazionale genieri e trasmettitori) incornicia l'evento rievocativo del '43, assieme ad alcune letture della scrittrice cagliaritana Rosaria Floris. E le testimonianze, naturalmente. Di chi, come Gianni Dessalvi, classe 1934, ricorda il rosso sangue dei morti e dei feriti che tingeva la strada dalla chiesa di Sant'Efisio all'ospedale militare; o di chi, come il giornalista Antonio Lai, ricorda a sua volta il racconto del padre: «Le sagome di due bambini erano rimaste impresse su un muro dalla forza dell'esplosione». Immagini per cui non servono le immagini.
Michela Seu