Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Campo rom, ancora fuoco

Fonte: L'Unione Sarda
20 febbraio 2012

Cresce la tensione nell'accampamento sulla 554 dopo gli scontri di giovedì

 

Brucia la baracca del nomade ricercato da 24 ore
Vedi la foto Ancora una notte di tensione nel campo nomadi sulla 554. Dopo gli scontri di giovedì, quando era stata bruciata una roulotte e un rom al volante di una Opel Astra aveva abbattuto una baracca con dentro cinque bambini ferendo lievemente il capo famiglia (suo fratello), le fiamme sono tornate a illuminare a giorno l'accampamento. Ad andare a fuoco stavolta è stata la baracca in cui viveva Giuliano Ahmetovic, 41 anni, pluripregiudicato, che l'aveva però già abbandonata insieme ai familiari. Nessuno sa dove sia, né se tornerà. I carabinieri lo cercano da 24 ore per interrogarlo.
LE INDAGINI Sul posto sono intervenuti i militari del nucleo radiomobile e della stazione di Sant'Avendrace, oltre naturalmente ad alcune squadre dei vigili del fuoco che hanno dovuto lavorare per un paio d'ore prima di spegnere il rogo. I carabinieri non hanno molti dubbi: l'attentato sarebbe legato a quanto accaduto la notte prima, quando proprio Giuliano Ahmetovic aveva preso la sua auto usandola come ariete contro la baracca del fratello Safet Ahmetovic, con cui da tempo i rapporti sono tesissimi. «Dentro c'erano i miei bambini - aveva raccontato Safet -, per fortuna sono rimasti illesi, poi mio fratello ha puntato l'auto contro di me e mi ha investito». L'ipotesi dunque è che possa essere stata una vendetta, un invito rivolto a Giuliano Ahmetovic, che dopo la gazzarra di giovedì notte era scomparso dall'accampamento, a non tornare mai più. Insieme a lui hanno lasciato il campo anche i suoi familiari.
CONTROLLI CONTINUI Ieri la situazione al campo era un po' meno rovente, anche perché le pattuglie dei vigili urbani e dei carabinieri non hanno smesso di fare ogni 3 - 4 ore un giro di perlustrazione tra le baracche. «È stato Giuliano a bruciarla - racconta Safet Ahmetovic -, ha fatto come giovedì, quando aveva messo fuoco alla sua vecchia roulotte per dare la colpa a me». Il nomade, a cui i medici del Marino hanno applicato un tutore al braccio ferito, eredità dell'investimento, racconta anche di non aver chiuso occhio sino all'alba. «Eravamo sulle spine - spiega - io non potevo dormire perché temevo che qualcuno ce la facesse pagare. In verità ci hanno pure provato, attorno alle 3 hanno tentato di bruciarmi la macchina. Così non si può continuare, anche io sto pensando di andare via».
GLI SCONTRI DEL 2008 Una polveriera insomma, sempre sul punto di esplodere. Cosa tra l'altro già accaduta in passato, quando il campo sulla 554 era stato teatro di violentissimi scontri. A fronteggiarsi le due famiglie nemiche degli Ahmetovic e dei Sulejimanovic, che ora sembrano aver firmato una tregua carica di diffidenza e convivono senza pestarsi troppo i calli. Il 9 marzo del 2008 invece era stata vera guerra: cinquanta nomadi appartenenti ai due clan si erano fronteggiati a colpi di spranghe e alla fine in sei erano stati arrestati per tentato omicidio. ( m. le. )