Tuvixeddu
LA DECISIONE
La giunta si sfila da Coimpresa: no all’opposizione contro i vincoli della Soprintendenza sulla cava. Ecologisti divisi sulla delibera di gennaio, Deliperi con Zedda: non vuole cemento ù
Il Comune si sfila dal ricorso al Tar contro il vincolo della Soprintendenza sul “complesso minerario” di Tuvixeddu. L’avvocatura del municipio, il 21 ottobre del 2010 (amministrazione Floris), si era schierata affianco alla Nuove Iniziative Coimpresa per l’an - nullamento del decreto del luglio precedente, sottoscritto dal direttore regionale per i Beni culturali e paesaggistici, che aveva stabilito “l’interesse culturale e storico-artistico” dell’im - mobile in base ai criteri del codice Urbani. Insomma: aveva reso intoccabile l’area di cava in passato usata dalla Italcementi per la realizzazione della diga del Flumendosa. Un paletto, questo, che già allora aveva fatto dire addio alla strada nel canyon. Martedì la giunta guidata da Massimo Zedda ha cambiato rotta: “Ravvisata l’opportu - nità di non proseguire nell’indicata procedura”, si legge nella delibera, l’esecutivo cittadino ha scelto “la rinunzia del Comune agli atti del giudizio nanti il tribunale amministrativo”.
I TASSELLI AL LORO POSTO I tasselli così ricominciano a tornare al loro posto. Su Zedda nelle ultime settimane sono piovute pesanti critiche che si possono riassumere in poche parole: sul cemento non sta facendo niente di diverso dalla precedente amministrazione. Anzi: secondo i detrattori, dopo aver fatto della tutela di Tuvixeddu un cavallo di battaglia in campagna elettorale, avrebbe dato il via libera alla cementificazione, con la prima delibera di giunta emanata nel 2012. Un documento che violerebbe una sentenza del Consiglio di Stato restringendo al minimo la fascia di tutela intorno alla necropoli, in spregio al Ppr. Le critiche più feroci sono arrivate dallo scrittore Giorgio Todde, dagli ambientalisti di Italia Nostra e dall’ala più soriana del Pd. L’ex assessore alla Cultura Maria Antonietta Mongiu ha fatto rimbalzare nelle caselle della sua mailing list un duro manifesto anti-Zedda ripreso da Sardegna Democratica. La linea del sindaco è emersa dopo un lungo silenzio: «Non voglio il cemento su Tuvixeddu, voglio esattamente l’opposto», ha detto. Spiegando la necessità di trovare un accordo col privato, l’imprenditore Gualtiero Cualbu, per il quale serve l’intervento della Regione.
SPACCATURA AMBIENTALISTA E adesso inizia a uscire anche chi si schiera al suo fianco. Oggi i consiglieri regionali del centrosinistra (con Luciano Uras di Sel in testa) presenteranno una proposta di legge per la tutela del Colle. Rompe il silenzio anche un altro ambientalista, Stefano Deliperi del Gruppo di intervento giuridico, tra i più attivi negli ultimi lustri nella difesa di Tuvixeddu: Zedda, scrive Deliperi sul Manifesto sardo, subisce «un assillo quotidiano da parte di mille parti che vorrebbero veder realizzate ora-subito-adesso le proprie istanze (...) Difficile cogliere quando, dove e come l’a m m i n i st razione Zedda abbia dato il “via libera al cemento sul colle». E, aggiunge l’ecologista, «sicuramente oggi è radicalmente complicata la vita ai progetti edilizi nelle aree interessate, le esigenze della tutela sono state rafforzate, ma sarà fondamentale seguire attivamente le fasi di formazione della prevista “intesa” Regione- Comune indicata dal Consiglio di Stato».
Enrico Fresu