TEATRO La compagnia, fondata nel 1982, potrebbe perdere la Vetreria. Presto un bando riassegnerà gli spazi
CADA DIE
Celebrazioni con un velo di tensione per Cada Die teatro, che ha appena festeggiato i primi trent’anni di attività. Tensione e incertezza sul futuro dopo che l’’assessore alla Cultura Enrica Puggioni ha annunciato l’imminente pubblicazione dei bandi di assegnazione di spazi come la Vetreria, Villa Muscas e Teatro Civico. La compagnia dovrà vedersela con numerosi concorrenti, che saranno obbligati a contendersi i luoghi a disposizione. Giancarlo Biffi, direttore artistico di Cada Die, ha annunciato che presenterà la propria proposta per il solo spazio della Vetreria, rinunciando a tutti gli altri. «Ci sembra deontologicamente corretto lasciare che le compagnie che hanno gestito un teatro fino ad oggi guardino con serenità al futuro, per costruire prodotti di successo». Un legame, quello tra la coperativa e il teatro, che dura da vent’anni, fin da quando i fondatori hanno smesso i panni dell’attore per indossare quelli dell’imbianchino. Intanto Cada Die teatro celebra il trentennale, con una serie di spettacoli che ripercorrono la storia della cooperativa. Il gruppo storico che ha fondato la compagnia nel 1982 è ancora presente. I pochi che hanno preso altre strade continuano a collaborare dietro le quinte, offrendo sempre nuovi spunti sui quali lavorare. L’entusiasmo iniziale non si è mai placato. Una grande famiglia, in cui si condivide tutto e ci si impegna per migliorare. «Siamo ancora qui perché ci piace», dichiara Alessandro Mascia, altra presenza storica della compagnia. «Dopo ogni esibizione il pubblico della Vetreria ci esorta ad andare avanti». La festa comincia sabato, con “Laribiancos ”, rappresentazione tratta dal romanzo di Francesco Masala “Quelli delle labbra bianche”. All’adattamento teatrale ha partecipato anche Paolo Fresu, che sarà sul palco insieme a Pierpaolo Piludu. Lo spettacolo condivide il destino della compagnia. In scena da diversi anni, questo spettacolo povero ma intenso, riesce a coinvolgere attraverso il racconto di una storia costruita in Sardegna che riesce ad imporsi sul pubblico nazionale. La seconda tappa è un corpo a corpo di suoni e parole tra Giancarlo Biffi e Gavino Murgia. Attore e musicista raccontano l’amicizia tra due giovani, che mettono da parte le differenze per provare a realizzare qualcosa insieme. “Amici per la pelle” descrive due vite percorse sul filo, narrate fino alla loro tragica fine. A fine aprile si concentrano due spettacoli molto intensi. “Milano da bruciare ”, ricorda gli anni settanta nel capoluogo lombardo. Giancarlo Biffi si confronta sul palco col poeta Franco Loi. Particolare incrocio tra un grande poeta (di origine sarda) che vive a Milano ed un attore milanese trapiantato ormai stabilmente in Sardegna. Odori, rumori, memorie d’asfalto per Biffi, che rievoca il suo passato ribelle. Dopo Francesco Masala e Salvatore Niffoi, Cada Die continua il suo viaggio nella letteratura sarda, con “Arcipelaghi ”, tratto dal romanzo di Maria Giacobbe. Storia misteriosa, a cui lo spettacolo non espone la verità, ma porta a gallale diverse visioni dei personaggi. Il 29 aprile la festa rompe gli schemi del teatro, con Sa die de Cada Die. Una serata di musica, recitazione ed immagini, in cui la distanza con gli at attori è azzerata ed è possibile dialogare liberamente. A concludere la rassegna, “Marea, la vita in un respiro”. La rappresentazione si inserisce all’interno della rassegna Ethnika. La storia di Marea, principessa marina, diventa un pretesto per riflettere su visioni del mondo differenti, sulla tolleranza e l’accettazione della diversità. Filo rosso che lega tutti gli spettacoli è la musica. Non soltanto colonna sonora, ma anche protagonista sul palco con abilissimi interpreti. «Questa stagione è il trampolino di lancio per proseguire il nostro piccolo obiettivo, cambiare il mondo », ricorda il direttore artistico. «Le risorse finanziarie sono sempre meno, ma possiamo sfruttare tutte le nostre energie, perché ogni giorno abbiamo la possibilità di dare qualcosa, rinnovarci». La compagnia organizza moltissimi laboratori, dedicati anche ai più piccoli. Acquisire famigliarità con spazi e luoghi dedicati all’immaginazione e alla creatività è fondamentale per produrre un ricambio generazionale, che possa continuare nel tempo l’opera della compagnia. Jacopo Basanisi