Cei prudente, sindaci stupiti, gettito incerto. Senato, prime intese sulle liberalizzazioni
RIFORMA FISCALE Obiettivo, recuperare i fondi necessari per evitare l’aumento dell’Iva in autunno
GIUSEPPE CENTORE
ROMA. Il governo presenterà un emendamento al decreto sulle Liberalizzazioni che ridefinirà ambiti e caratteristiche del pagamento dell’Imu (ex Ici) per gli edifici appartenenti alla Chiesa. Lo ha annunciato ieri a Bruxelles il premier Monti, al termine di un incontro con il commissario alla Concorrenza Joaquin Almunia, i cui uffici sedici mesi fa avevano aperto una procedura di infrazione. La novità più importante è che l’esenzione dell’Imu per gli edifici della Chiesa si applicherà solo a quei locali, come chiese e parrocchie, che svolgono in modo esclusivo attività non commerciale. Alberghi, locali, negozi e l’immenso patrimonio destinato a uso commerciale pagheranno l’Imu, che verrà corrisposta per la quota commerciale anche sugli immobili a “uso misto”. L’annuncio del governo, arriva a poche ore dalle celebrazioni ufficiali per l’83º anniversario della firma dei Patti Lateranensi. Questa mattina il presidente del Consiglio, con dieci ministri, incontrerà il Segretario di Stato Tarcisio Bertone, il presidente della Cei, Angelo Bagnasco e le alte sfere della Curia. Sarà l’occasione per i vertici della Chiesa, sicuramente non tenuti all’oscuro delle decisioni del governo, di esprimersi ufficialmente sulla decisione del governo, che mette fine a una stagione di incertezze durata venti anni, quando il governo Amato definì i criteri per l’esenzione al pagamento da parte degli immobili detenuti dalla Chiesa e da altre confessioni religiose.
Ieri sera la Cei, in una nota dichiara che «ogni intervento volto a introdurre chiarimenti alle formule vigenti sarà accolto con la massima attenzione e senso di responsabilità. Ci auguriamo che sia riconosciuto e tenuto nel debito conto il valore sociale del vasto mondo del no profit», aggiungono i vescovi. «Il governo - ha ribadito Palazzo Chigi - seguirà tre direttrici: l’esenzione per gli immobili nei quali si svolge in modo esclusivo un’attività non commerciale; l’abrogazione di norme che prevedono l’esenzione per immobili dove l’attività non commerciale non sia esclusiva, ma solo prevalente; l’esenzione limitata alla sola frazione di unità nella quale si svolga l’attività di natura non commerciale. Prevista anche l’introduzione di un meccanismo di dichiarazione vincolata a direttive del Ministro dell’economia sul rapporto tra attività commerciali e non commerciali all’interno di uno stesso immobile. In questi anni la polemica non ha riguardato solo se la Chiesa dovesse pagare per le attività commerciali, ma anche a quanto ammontasse il possibile gettito per lo Stato. Cento milioni come ha scritto l’Avvenire, 500 milioni, come sostiene l’Anci, ieri «stupita» per la decisione del governo, o 2,2 miliardi come affermano i radicali?
L’operazione-Ici si inserisce nella volontà dell’esecutivo di raccogliere con il riordino delle detrazioni e deduzioni fiscali, 4 miliardi di euro; così si eviterebbe l’aumento del’Iva previsto in autunno. Stesse ragioni per lo slittamento della tassa sui capitali scudati. Il termine, che scade oggi, sarà prorogato forse di un mese per poter incamerare i 2 miliardi previsti.
Al Senato accordo in arrivo sul fronte delle Liberalizzazioni. L’intesa, tra i relatori Vicari (Pdl) e Bubbico (Pd) e il governo sarebbe stata raggiunta sugli argomenti “caldi”: taxi, assicurazioni, banche e gas. In serata votata la fiducia al decreto milleproroghe. Il provvedimento tornerà alla Camera in terza lettura.