Scambio d’accuse tra l’ecologista Deliperi e l’organizzatore di spettacoli Massimo Palmas
Fare Verde: «No alla gestione e agli interessi privati»
CAGLIARI. Ora è polemica aperta sull’anfiteatro e sulla decisione dell’amministrazione comunale di smontare in parte la tribuna in legno installata dodici anni fa dalla giunta Delogu: se Stefano Deliperi definisce «da vomito» la proposta di affidare l’arena alla gestione privata, l’organizzatore di spettacoli Massimo Palmas lo accusa nella sua pagina facebook di diffondere menzogne.
Ed è un batti e ribatti che segue a ruota una scelta da anni sollecitata dalle associazioni culturali e ambientaliste, scelta destinata inevitabilmente a scontrarsi con gli interessi economici dell’operatore - Sardegna Concerti e Sardinia Jazz - cui l’amministrazione Floris aveva affidato senza alcuna selezione pubblica la gestione dell’arena, una realtà contestatissima dagli altri imprenditori dello spettacolo ora al centro di un processo penale in cui lo stesso Palmas è imputato insieme a un dirigente e a una funzionaria comunali. Scrive Palmas: «Piuttosto che scomodarsi a ipotizzare un futuro credibile per l’anfiteatro, Deliperi si permette di liquidare come squallida una seria proposta avanzata dall’opposizione di centrodestra in consiglio comunale ma condivisa anche da numerosi esponenti della maggioranza, di coinvolgere i privati nel recupero e nella gestione dell’anfiteatro romano secondo un modo di operare ritenuto dai più indispensabile per garantire una vera tutela e salvaguardia del nostro patrimonio archeologico e culturale». L’intervento prosegue accusando Deliperi di «non avere alcuna opinione nel merito della questione anfiteatro» ma di voler soltanto spargere «qualche demagogica spalata di letame su coloro che hanno un’opinione diversa dalla sua».
Se Deliperi liquida sbrigativamente l’uscita di Palmas («è convinto che l’anfiteatro sia una sua proprietà, dovrebbe solo vergognarsi e osservare un rispettoso silenzio, valuterò se querelare») l’associazione ambientalista Fare Verde, di area centrodestra, replica duramente con una nota del coordinatore provinciale Simone Spiga: «Auspichiamo tempi brevi per la fase di realizzazione degli interventi di recupero per ragionare insieme sulla sua salvaguardia e sulle future iniziative per sviluppare interventi di utilizzo sostenibile del monumento - è scritto - ed esprimiamo netta opposizione all’ipotesi del centro destra di coinvolgere i privati nel recupero e nella gestione». C’è un passaggio dedicato a Palmas: «Certo che il patron di Sardegna Concerti è favorevole, il difensore delle sue tasche non può non essere d’accordo con quella posizione, perchè in tanti non dimentichiamo che per anni ha avuto la gestione dello splendido spazio senza alcuna gara d’appalto e senza fare alcun tipo di intervento annuale di ripristino delle strutture, ma ancora peggio, oggi è sotto processo, insieme a funzionari del Comune, per la gestione di quello spazio». Prosegue la nota: «Più volte siamo stati in pochi a denunciare la gravità della situazione della gestione dell’Anfiteatro e oggi invitiamo il signor Palmas ad occuparsi del processo e non alla futura gestione dello spazio. L’invito che invece rivolgiamo al Comune gliari è di aprire un tavolo insieme al mondo dell’ambientalismo per salvaguardare al meglio l’Anfiteatro e contemporaneamente trovare uno spazio adatto in città per aprire il grande circuito dei concerti internazionali e non favorire, come si è fatto negli ultimi quindici anni, solo Massimo Palmas e la sua struttura, senza dimenticare che con i soldi che ha preso in questi anni da Comune, Provincia e Regione, oggi avrebbe potuto persino comprare l’Anfiteatro».
L’intervento annunciato dall’assessore comunale ai lavori pubblici Luisa Anna Marras costerà per la fase iniziale 350 mila euro, una cifra considerata sufficiente per ripulire il monumento e avviare lo smontaggio di una parte della gradinata in legno. L’operazione sarà graduale e verrà seguita passo passo da un funzionario delegato dalla Sovrintendenza archeologica, forse anche da un consulente della Procura della Repubblica che indaga sull’ipotesi di danneggiamento dopo la relazione degli ispettori dell’istituto superiore di restauro. Una relazione che ha confermato i timori espressi negli anni da intellettuali ed ecologisti: le basi del monumento sono in uno stato di grave degrado, con spaccature e infiltrazioni di umidità.
(m.l)