LA NECROPOLI Zedda rompe il silenzio sulla delibera contestata: nessun via libera, anche la Regione intervenga
Via libera al cemento su Tuvixeddu? «Noi vogliamo esattamente l’op - posto». Il sindaco Massimo Zedda rompe il silenzio dopo l’approvazione della delibera di giunta, contestata da Italia Nostra, che ha suscitato più di una perplessità anche nella sua maggioranza. Il timore degli ambientalisti, sostenuti dall’ala del Pd più vicina a Renato Soru, è che il perimetro dell’area vincolata intorno alle tombe venga ristretto all’eccesso, dando il via libera ai palazzi a ridosso della necropoli. Gli atti che governano la vicenda sono una sentenza del Consiglio di Stato (che impone l’inedificabilità su tutta l’area), il piano paesistico regionale e il piano urbanistico comunale. In quest ’intreccio (che per alcuni è molto chiaro, e parla di blocco del cemento) si insinuano le polemiche degli ultimi giorni. Lo scrittore Giorgio Todde ha gettato il sasso in uno stagno, comunque già increspato, con un intervento sulla Nuova Sardegna, col quale accusava Zedda e la sua Giunta di tradire il mandato elettorale e di voler aprire le porte alle costruzioni della Coimpresa di Gualtiero Cualbu (che dalla sua ha comunque un accordo di programma del 2000 che legittima i progetti). Il sindaco respinge le critiche e risponde alle domande del quotidiano La Repubblica: «Con un’altra delibera avvieremo l’adeguamento del piano comunale a quello regionale», dice il primo cittadino di Sel, «per Tuvixeddu non ce la facciamo, da soli, a fronteggiare eventuali risarcimenti chiesti dai costruttori. Solo per l’annullamento di una piccola porzione del loro intervento, vogliono 12 milioni. E poi c’è l’Ici che hanno pagato. Deve intervenire la Regione. E noi puntiamo a trovare un’intesa. Le accuse al Comune sono ingiuste, devono essere indirizzate alla Regione. Il nostro obiettivo resta quello della salvaguardia integrale di Tuvixeddu». Col cronista che lo sollecitava (e che non ha riportato queste parole), Zedda ha fatto riferimento anche all’ordine del giorno approvato nel marzo del 2010 dal consiglio regionale all’unanimità, che dava mandato alla Giunta di predisporre un progetto di legge finalizzato all’acquisizione delle aree di Tuvixeddu, riconosciute come patrimonio culturale. Un ordine del giorno rimasto lettera morta, anche perché giuridicamente non vincolante. E così si è arrivati alle ultime fibrillazioni. Zedda ha rassicurato i suoi: la delibera di gennaio serve solo per dare mandato al sindaco di farsi carico della questione nei tavoli in cui si dovrà decidere il futuro dell’area. La maggioranza di centrosinistra, anche se con qualche mal di pancia, assicura il suo sostegno. Come sembra garantito l’ap - poggio del centrodestra, col Pdl che annuncia il voto favorevole in consiglio comunale e i Riformatori, partito dell’avversario elettorale Massimo Fantola, che addirittura plaudono alla decisione del’esecutivo cittadino. E. F.
POLEMICA SULL’ANFITEATRO Centrodestra unito «Nessun progetto diamolo ai privati»
Si smantella e basta. Nessuna condivisione, nessuna progettualità: il ritorno agli anni novanta. È questa l'accusa lanciata dal centrodestra cittadino alla giunta Zedda dopo la delibera, approvata la settimana scorsa, con la quale sono stati stanziati 318mila euro per smontare parte delle tribune dell'Anfiteatro romano. «Questa delibera non risolve nulla» ha detto Maurizio Porcelli, consigliere Pdl, «Quello che manca è un progetto chiaro sull'anfiteatro: quale sarà il suo futuro culturale e turistico?». La soluzione suggerita dal centrodestra (hanno aderito all iniziativa del Pdl anche l’Udc con Paolo Carta e Gennaro Fuoco di Fli) è quella di aprire ai privati. «Magari attraverso un bando europeo », spiega ancora Porcelli, «Si deve trovare una soluzione moderna, sull’esempio di altre realtà di successo come Taormina. In questo momento soltanto i privati possono investire per la gestione». «Noi siamo per una fruizione del monumento che sia compatibile con la tutela», ha spiegato Giuseppe Farris, capogruppo del Pdl, «la delibera di giunta congela il bene senza renderlo fruibile».
L'amministrazione, attacca Farris, non ha pensato alle alternative per la stagione estiva degli spettacoli, «e già quest'anno », dice, «tra le varie voci, sono stati persi circa 5 milioni di euro». Anche Carta (Udc) si unisce al coro: «Un sito archeologico non utilizzato è un sito abbandonato. Questa che finora si è caratterizzata per essere la giunta dei “no”dovrebbe iniziare a dire qualche sì». Anselmo Piras richiama le potenzialità del monumento, ricordando ciò che diversi artisti hanno detto: «Claudio Baglioni viene a Cagliari solo per cantare all'Anfiteatro e come lui molti altri. Va bene smantellare, ma bisogna pensare ad una alternativa ». Tra l’altro sottolinea ancora Piras, «la decisone dell'amministrazione è stata calata dall'alto sanza discussioni né in Consiglio, né con gli operatori turistici e dello spettacolo». la conferenza stampa è stata indetta in vialwe Fra’Ignazio, per sottolineare un altro particolare: «L’anfiteatro è di nuovo una discarica», hanno detto. Michele Salis