Stadio
L’INCHIESTA Ricorso del legale del patron rossoblù presentato per le perquisizioni effettuate in casa e nella sede del Cagliari
Massimo Cellino, presidente del Cagliari Calcio, ha fatto ricorso al tribunale del Riesame per chiedere l’an - nullamento delle perquisizioni effettuate lo scorso gennaio dalla Guardia di Finanza nell’ambito dell’inchiesta sulla Karalis Arena, il nuovo stadio che la società rossoblu intende costruire a Elmas. I giudici si sono riservati la decisione sulla richiesta presentata venerdì scorso dall’avvocato Giovanni Cocco, difensore di Cellino, che è indagato per concorso in abuso d’ufficio e tentata estorsione. Assieme al nome del presidente, nel registro degli indagati è finito anche quello del sindaco di Elmas Valter Piscedda, a cui viene contestato il solo abuso d’ufficio: avrebbe portato avanti le procedure per la realizzazione del nuovo impianto nonostante il parere negativo dell’Enac, che è vincolante. Le perquisizioni contestate risalgono allo scorso 24 gennaio, quando le Fiamme Gialle si presentarono a casa di Cellino e alla sede del Cagliari Calcio per sequestrare tutta la documentazione relativa al nuovo impianto. Quasi allo stesso tempo altri uomini della Guardia di Finanza bussarono alla porta del municipio di Elmas, richiedendo documenti agli uffici tecnici, per poi setacciare l’ufficio e l’abitazione del primo cittadino. L’in - chiesta, coordinata dal pm Emanuele Secci, punta a fare luce anche sulla vendita dei terreni su cui dovrebbe sorgere lo stadio. Il sospetto è che dietro l’operazione Karalis arena si celi il tentativo di far lievitare i prezzi degli ettari, acquistati a costi relativamente bassi. Inoltre fin da subito l’Enac aveva denunciato che l’impianto fosse stato progettato a ridosso delle piste senza rispettare le distanze di sicurezza.
M.B.