TEATRO LIRICO
Solo il piano industriale, con il risanamento dei conti, può dare il via libera ai finanziamenti per il teatro Lirico promessi dalla Regione e all’ac - censione del mutuo per coprire il buco nel bilancio. Dopo l’assessore regionale alla cultura Sergio Milia anche quello al Bilancio Giorgio La Spisa chiede con forza il documento, durante l’incontro avvenuto ieri mattina insieme al presidente della Fondazione, il sindaco Massimo Zedda, e alle organizzazioni sindacali. Ma la stesura del piano industriale è prerogativa esclusiva del sovrintendente. E quello redatto da Gennaro Di Benedetto non è stato ancora approvato dal consiglio d’amministrazione della Fondazione. Che invece aveva dato via libera alla proposta arrivata dalle sigle confederali per buttare giù l’alternativa. Quindi al momento i piani sono due: quello della soprintendenza e quello delle sigle sindacali. E si sta preparando il terzo: tra i compiti della neonata commissione, composta da 2 membri del cda, il presidente e un rappresentante delle otto sigle sindacali, c’era anche quello elaborare il famoso documento economico. La commissione ancora non è stata convocata e nel frattempo il tempo passa. Non solo, ma le annunciate dimissioni “spintanee ” di Di Benedetto attraverso la risoluzione consensuale del contratto sono ancora in fase di stallo. La Spisa intanto ribadisce il concetto: «Occorre un piano economico industriale che punti in modo deciso al risanamento dei conti del Teatro Lirico di Cagliari - afferma l’assessore- nella discussione della Finanziaria 2012 individueremo quali strumenti e quali azioni adottare per il rilancio delle attività». Rossella Diana, della Cgil: «I tempi per presentare il piano ormai non ci sono più. Siamo a febbraio, il teatro ha bisogno di organizzare la sua programmazione. Ci devono dire quale documento intendono prendere in considerazione». Per Annalisa Pittitu (Cisl): «La commissione che si doveva occupare anche della redazione del piano industriale ancora non è stata convocata: nel documento ci dovevano essere le tabelle che indicavano come recuperare la rata del mutuo in tre anni, insieme a tutta la parte finanziaria che doveva essere scritta con i membri del cda».
Francesca Ortalli