Ammessi tutti e dieci i quesiti per cambiare la politica. Consultazione in primavera
Prevista l’abolizione delle Province e un nuovo Statuto
ALFREDO FRANCHINI
CAGLIARI. I sardi saranno chiamati a votare nella prossima primavera per i dieci referendum che, secondo il comitato referendario, dovrebbero cambiare la Sardegna.
Si voterà nel periodo compreso tra il primo aprile e il 10 giugno: spetta ora al presidente della Regione, Cappellacci, decidere la data. L’Ufficio regionale per i referendum ha concluso ieri, a tarda sera, l’istruttoria e ha ammesso tutti e dieci i quesiti proposti. È stata un’istruttoria lunga per via delle opportune verifiche delle centinaia di migliaia di sottoscrizioni che il Comitato ha raccolto in un tempo da record: trentamila firme a partire dal 26 gennaio scorso. Il movimento referendario è trasversale, composto, tra gli altri, da 200 sindaci.
I primi cinque quesiti. La metà dell’impianto referendario è destinato all’abolizione delle Province; quattro referendum abrogativi che corrispondono ad altrettante leggi regionali da abolire per cancellare le Nuove Province. Poi un referendum consultivo per dichiarare la volontà popolare di abrogare anche le quattro Province storiche.
Stipendi. Un referendum abrogativo è previsto per la legge che determina le indennità e lo status dei consiglieri regionali. In sostanza, si prevede una grande sforbiciata ai compensi dei consiglieri sardi.
Voto segreto. Un altro quesito, stavolta solo consultivo, riguarda l’abrogazione del voto segreto in Consiglio regionale. Si sa che il «parlamento sardo» è ingabbiato da un regolamento interno davvero farraginoso e il voto segreto è spesso usato per inviare «avvisi» o per tendere imboscate parlamentari per assessori o addirittura per le leggi.
Enti regionali. È un referendum consultivo che tende alla cancellazione dei Consigli d’amministrazione degli enti regionali. Si tratterebbe di cancellare una serie di organismi molto costosi per la collettività.
Elezione del presidente. Il nono quesito è consultivo e concerne l’elezione diretta del presidente della Regione «previa scelta delle candidature attraverso le primarie» che diventerebbero obbligatorie.
Statuto. Un tema enorme: riscrivere lo Statuto sarde tramite l’Assemblea costituente. È l’obiettivo dell’ultimo referendum che potrà essere solo consultivo ma che, se dovesse essere approvato, avrebbe un grande valore politico.