I muri di chiese e palazzi presi di mira dai vandali con le bombolette
Ripulire una facciata costa non meno di 5 mila euro
Vedi la foto
Non solo i muri di anonimi palazzi, ma anche i monumenti. I vandali, non i writer che sono tutta un'altra cosa, non si fermano davanti a niente. Chiese, palazzi, statue, timbrati con graffiti, scritte e disegni di ogni tipo, in qualche caso osceni, simboli della maleducazione di un progressivo imbarbarimento. Dal Bastione al Ghetto degli Ebrei, i vandali non hanno risparmiato neanche l'Exmà e il Teatro civico di Castello. Ogni giorno con spray e pennarelli indelebili vengono danneggiate facciate di abitazioni private ed edifici pubblici.
Talvolta gli sfregi sono autentiche ferite. Come nel caso della chiesa monumentale di Sant'Antonio Abate, in via Manno, dove qualche tempo fa è stato disegnato un diamante. Ripulire quel che è stato imbrattato si traduce in un costo per la collettività. Ma pulire spesso non basta: quel che è stato cancellato rischia di comparire il giorno dopo. «Purtroppo è un fenomeno diffuso», spiega Luigi Figari, amministratore di condominio. «Abbiamo avuto casi di ristrutturazione di palazzi che due giorni dopo la fine dei lavori erano già imbrattati con scritte e disegni. Un sacrificio che in media è costato a chi in quei palazzi abita cinquemila euro».
La volontà di deturpare quel che è bello, il gesto distruttivo, lo sfregio culturale, rappresentano segni di profonda inciviltà e lacuna culturale.
(ma. mad.)