L’ALLARME I dati preoccupanti forniti dall’assessorato comunale alle Politiche sociali: 230mila euro ogni mese per gli indigenti, i beneficiari sono 996. Picco di pasti serviti alle mense Caritas
I numeri fanno impressione: 230mila euro al mese per sussidi erogati dall’assessorato comunale alle Politiche Sociali, 996 le persone o famiglie che ne usufruiscono. I pasti dispensati dalla mensa del povero passati dai 350 al giorno di aprile del 2011 agli oltre 500 di novembre. Cifre che rappresentano la nuova povertà cagliaritana e descrivono una vera emergenza sociale. Nel 2011 si è registrato un aumento delle persone che si sono rivolte agli uffici di via Sonnino per chiedere un aiuto economico. Tanti i casi in cui vengono chiesti non soldi ma un lavoro, per non essere di peso alla società. Non solo residenti dei quartieri popolari ma anche artigiani e piccoli professionisti, che a causa di una spesa improvvisa non riescono ad arrivare alla fine del mese. In netto aumento anche chi non riesce a mettere insieme il pranzo con la cena e deve rivolgersi alle mense per poveri.
UN QUADRO PREOCCUPANTE Lo scenario è emerso ieri mattina nel corso dei lavori della commissione comunale Politiche Sociali, che ha ascoltato la relazione stilata dalle due assistenti sociali dell’assessorato, Paola Fiori e Rita Calledda. «Ogni mese eroghiamo contributi economici per gli indigenti pari a 230000 euro, per un totale di 966 soggetti, sia singoli sia famiglie», spiega Paola Fiori, «la mensa per i poveri di viale Fra Ignazio ha avuto un aumento di presenze alto: dai 350 pasti al giorno di aprile 2011 si è arrivati a oltre 500 lo scorso novembre. Anche le suore vincenziane di via San Benedetto hanno registrato un aumento di presenze durante i pasti, soprattutto persone che magari hanno perso il lavoro e non avrebbero mai pensato di essere costrette a chiedere un simile aiuto». Un problema enorme e in espansione, quello della povertà in città: sono tuttavia molte le persone che preferirebbero un lavoro a qualche centinaio di euro. «Tanti vengono da noi chiedendoci un lavoro e non il contributo, ma noi non abbiamo questo potere. Anche le agenzie interinali sono inutili, in questo periodo di crisi nessuno offre lavoro», argomenta, dati alla mano, la dottoressa Fiori, aggiungendo che «nel 2010 volevamo partecipare ad una progettazione europea di finanziamento con due bandi, non se ne fece nulla perché negli uffici di via Sonnino nessuno aveva la professionalità adatta per seguire tutto l’iter. Chiedo a voi politici di aiutarci», termina, «non possiamo continuare a lavorare da soli, facciamo anche ore extra”» Altri dati e soluzioni temporanee di contrasto al fenomeno arrivano dalla sua collega, Rita Calledda: «Abbiamo fatto il progetto di servizio civico comunale, un’erogazione economica di 800 euro al mese in cambio di 20 ore settimanali di lavoro per 6 mesi. Lavori semplici, come pulizia dei quartieri o degli asili nido. Per il primo bando abbiamo avuto 756 richieste per 238 posti, per il secondo il numero dei richiedenti è salito a 1243. Sono persone il cui nucleo familiare non raggiunge i 4500 euro l’anno».
IN COMMISSIONE Al termine del resoconto Anselmo Piras, consigliere comunale Pdl ed ex assessore nel settore ha espressamente chiesto che «venga fatta chiarezza su come operano e qual è la cifra destinata dal Comune al centro Caritas di viale Fra’ Ignazio, per vedere se si deve intervenire per razionalizzare la spesa». In conclusione, Fabrizio Rodin, presidente della commissione, spiega che «questi numeri indicano una situazione più grave del previsto. La linea d’azione non cambia: tagliare dove possibile e interagire con associazioni datoriali, sindacati e cooperative, per combattere insieme questi problemi». Paolo Rapeanu