IL PD
La maggioranza interna punta a lasciare i tavoli tecnici alla giunta e all’opposizione dura su entrate e finanziaria
LE REAZIONI I leader di Cgil, Cisl e Uil: «Non possiamo essere chiamati ad ascoltare né si fa l’unità a posteriori»
VERTENZA SARDEGNA I
«I consiglieri regionali, i parlamentari, il presidente e la Giunta si sono caricati una bella responsabilità e mi sembra che si stiano accorgendo delle difficoltà cui vanno incontro». Il segretario regionale della Cgil, Enzo Costa, risponde così al nuovo appello del governatore Cappellacci ai sindacati, perché l’Isola faccia fronte comune nella vertenza con il governo. «Non c’è mai stata una vertenza “vera” - aggiunge Costa - che abbia visto al tavolo di Palazzo Chigi solo la rappresentanza istituzionale della Regione e non anche le parti sociali e il mondo delle imprese». «Mi auguro - fa eco il leader della Cisl, Mario Medde - che la politica sarda riprenda a circolare dopo l’incomprensibile blocco “causa neve ” della scorsa settimana». «Il sindacato - spiega Medde - non è contrario al confronto ma non può essere chiamato ad ascoltare che cosa è accaduto, vuole partecipare per concordare una linea di azione in cui ci si riconosca tutti». Sulla stessa lunghezza d’onda la segretaria della Uil, Francesca Ticca: «Serve passare dalle parole ai fatti perché al momento il percorso sulla vertenza Sardegna non è condiviso e il fronte unico non può nascere a posteriori, né siamo dispobili a ragionare in questi termini». «La situazione di crisi - dichiara la Ticca - è drammatica e ha dimensioni più gravi delle statistiche, per queste ragioni da tempo chiediamo alla politica di fare fronte comune individuando insieme le priorità da affrontare». «Quali sono le priorità? Lavoro, trasporti, insularità, industria e grandi opere». Cgil, Cisl e Uil ci tengono a sottolineare che in ogni caso la mobilitazione programmata in vista dello sciopero generale del prossimo 9 marzo proseguirà come da calendario e già venerdì ci sarà la fiaccolata contro le povertà mentre continuano gli incontri nei territori sulla crisi che ha investito l’Isola. Costa (Cgil), Medde (Cisl) e Ticca (Uil) ribadiscono quanto affermato prima dell’incontro della delegazione sarda (guidata dal presidente Cappellacci) di giovedì scorso col premier Mario Monti, e cioé che la strategia da tenere nel confronto con Palazzo Chigi va ridiscussa insieme alle forze sociali e alle organizzazioni delle imprese. «Non si può andare a Roma come ad un normale incontro istituzionale - sottolinea Enzo Costa - serve accompagnare il confronto con la giusta rabbia e la giusta tensione perché il governo comprenda la gravità della situazione ». «La Sardegna non può entrare a Palazzo Chigi col cappello in mano - tuona Medde - ma l’Isola deve unirsi sui temi vitali (entrate, industria, trasporti, insularità) perché ha davanti un governo che non pone il Sud e i territori più fragili come la Sardegna al centro della sua azione, ma i grandi interessi del Nord e delle banche ». «Spetta a chi guida la Regione - conclude Ticca - trovare il modo per rilanciare la vertenza Sardegna e la posizione dei sindacati è chiara e nota da tempo». In attesa delle comunicazioni al Consiglio regionale del presidente della Giunta, Ugo Cappellacci, sul piano prettamente politico l’attenzione è puntata sulla riunione di questo pomeriggio del Pd. L’area della maggioranza interna al partito sembra orientata a rimarcare la responsabilità con la quale il Pd ha affrontato il della scorsa settimana ma a ribadire che il lavoro nei tavoli di approffondimento proposti dal governo è compito del governatore e della Giunta. Come dire: la maggioranza in Regione faccia ora il suo che il Pd ritorna a fare l’opposizione, soprattutto sulla gestione della vertenza entrate che si lega a filo doppio con la Finanziaria che da una settimana è parcheggiata in Aula. A.Mo.