Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Il disagio giovanile ai livelli di guardia

Fonte: La Nuova Sardegna
6 febbraio 2012



Lavori del Plus: 776 minori sotto tutela, 73 in casa famiglia




PIERLUIGI CARTA
CAGLIARI. Giovedì pomeriggio, presso i locali della circoscrizione n. 3 di via Montevecchio, si sono aperti i lavori del Plus Città di Cagliari (Piano locale unitario di servizi), in seguito alla conferenza di programmazione del 21 ottobre 2011.
Il terzo settore, chiamato in causa sul tema del disagio minorile, esprime la necessità di un lavoro in rete; di un maggiore ascolto e coinvolgimento dell’utenza; di spazi di aggregazione e di una più attenta formazione degli operatori. L’assessore comunale alle Politiche sociali Susanna Orrù ha introdotto i lavori del primo tavolo tematico riguardante i minori di Cagliari e provincia. L’Open space technology al servizio del coordinamento tra comune, provincia, Asl 8 ed il terzo settore attivo nel supporto ai minori. «Serve infatti una programmazione dei servizi condivisa - afferma Susanna Orrù - la nostra azione risulterà efficace se riusciremo a rendere autonomo l’utente che si rivolge ai servizi sociali». Il panorama del disagio giovanile della città e dell’hinterland è infatti disarmante: sono 776 i minori in carico per tutela sociale e giuridica. 184 dei quali rilevati nella circoscrizione di Monte Mixi; 135 nella circoscrizione di Sant’Avendrace e 90 nel territorio di Pirri. Sono 73 i minori e otto le madri attualmente affidate alle case famiglia; 61 famiglie che usufruiscono degli interventi di un educatore a domicilio; otto affidi etero-familiari disposti per decreto del giudice, con 500 /mese come sostegno alle famiglie affidatarie. Le segnalazioni di abbandono scolastico salgono a 40, in aumento anche il rifiuto delle vaccinazioni. L’età media dei minori interessati alla tutela è di circa 10 anni, mentre varia dai 14 ai 18 per i fatti penali. I rappresentanti delle associazioni, cooperative e delle onlus che ruotano attorno al mondo del disagio giovanile hanno partecipato al tavolo di lavoro di giovedì, proponendo delle linee di azione concrete per migliorare l’impronta dei servizi sul territorio: una rete tra le famiglie, i centri scolastici e gli erogatori dei servizi, e un network più solido tra gli stessi operatori del terzo settore; un maggiore servizio di informazione verso l’utenza. «I soggetti attivi sono tantissimi e variegati - commenta Donatella Marcialis, della cooperativa Cosi - ma non ci si conosce l’un con l’altro, e ciò comporta una sovrapposizione delle competenze».