Dopo la decisione di Celentano
Giulio Zasso
Celentano sceglie Cagliari per devolvere il suo cachet di Sanremo e ha chiesto al sindaco di indicargli le famiglie meno abbienti della città. Meglio una goccia nel mare di niente, ma il problema è che in questa stagione di cinghie strette e lacrime amare Zedda non possa che avere difficoltà a indicare gli ultimi tra gli ultimi. Così, ringraziando l'artista milanese, ha suggerito di trasferire quei soldi all'assessorato ai Servizi sociali, «che conosce tutte le numerose situazioni di disagio».
La povertà dilaga con una velocità furiosa, trascinando ceti che finora erano sempre riusciti a condurre un'esistenza dignitosa. I numeri diffusi dalla Caritas mettono i brividi. Nel 2011 più di cinquemila persone si sono rivolte ai servizi di assistenza per chiedere un pasto caldo. Ogni trenta cagliaritani uno non ha i più elementari mezzi di sopravvivenza e può andare avanti solo grazie agli interventi di solidarietà delle associazioni o a quelli strutturali del Comune. Ma esiste anche una fetta di altri trentamila cagliaritani che si affanna nelle acque gelide della povertà relativa , quando diventano inarrivabili gli standard di vita medi in Italia. Come il posto di lavoro, l'auto, le rate del mutuo, le vacanze, la pizza nel fine settimana. E purtroppo anche i figli, perché la povertà sta frenando le nascite, nell'Isola più che altrove. I numeri della disoccupazione buttano acqua sul bagnato. I giovani (e spesso hanno superato da tempo la trentina) devono aggrapparsi alla pensione e all'aspettativa di vita dei genitori.
Difficile dare una dimensione cittadina a una crisi economica che sta attanagliando l'Italia e tutta l'Europa, ma Cagliari ha il dovere di giocarsi sino in fondo le proprie carte. Serve una luce nuova sulle vocazioni della città. Come il commercio, il turismo, l'enogastronomia, i servizi tecnologici. Serve uno scatto d'orgoglio.