Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Delinquenza? Torniamo nei quartieri»

Fonte: L'Unione Sarda
3 febbraio 2012

SOCIALE. L'assessore Orrù

«La sofferenza maggiore è che i minori sono vittime incolpevoli di una grave situazione socio economica». Susanna Orrù, assessore ai Servizi sociali non usa mezze parole in occasione del tavolo tematico promosso ieri dal Comune nell'ambito della programmazione Plus. «Per poter analizzare il disagio dei minori non possiamo prescindere dal contesto in cui essi crescono. Stiamo attraversando un momento storico difficile: aumenta la povertà e diminuisce la speranza per il futuro. Questo fenomeno influisce sulla personalità e la crescita dei bambini».
L'assessore spiega. «In città, ci sono alcune zone in cui c'è un'impennata della delinquenza minorile che è sintomo di malessere. Noi come istituzione dobbiamo tornare nei quartieri nei quali, per tanto tempo, siamo stati assenti». L'incontro ha l'obiettivo di raccogliere le segnalazioni, da parte del mondo del sociale, sulle criticità per poi elaborare un documento unico.
«Le associazioni che si occupano dei ragazzi sono tante, il problema è riuscire a creare una buona comunicazione per fare un lavoro di rete», afferma Paola Pinna dell'associazione Odissea Onlus, impegnato nel diritto alla salute. «Mi occupo di campagna di sensibilizzazione per quanto riguarda la donazione di sangue e del cordone ombelicale, se avessi il supporto delle altre associazioni riuscirei sicuramente a raggiungere obiettivi più importanti». Donatella Marcialis lavora per una casa famiglia. «Servirebbe maggiore comunicazione con le altre associazioni e con le istituzioni e le figure professionali che si occupano di servizi sociali». Per Laura Fadda, psicoterapeuta e mediatrice familiare, i problemi dei minori «hanno la radice all'interno del contesto familiare nel quale crescono. I giovanissimi possono risentire di alcune situazioni vissute in famiglie problematiche oppure con genitori separati: per questo motivo noi attiviamo i gruppi di parola per dar loro la possibilità di condividere e parlare del proprio disagio».
Matteo Sau