Il Pd e la sfida del Cacip
Michele Ruffi
Diciamolo chiaramente: la vicenda del Cacip e del suo commissariamento da parte della Regione ha tutti i contorni - al netto dell'epilogo, targato Ugo Cappellacci - del regolamento di conti all'interno del centrosinistra. Uno scontro neanche troppo sotterraneo tra correnti del Partito democratico, cavalcato poi dalla Giunta regionale, che ha messo un po' d'ordine in un Consorzio diventato in poche settimane campo di battaglia.
È dal Pd che arrivano i protagonisti principali di questa storia. Dall'ex presidente del Cacip Emanuele Sanna, delegato nell'assemblea dell'ente da Graziano Milia, alla vicepresidente della Provincia Angela Quaquero, chiamata a confermare la fiducia all'ex consigliere regionale e parlamentare.
Una conferma che non solo non è arrivata subito, nonostante da piazza Palazzo arrivassero messaggi (mai ufficiali) rassicuranti per Sanna, ma che a sorpresa si è trasformata in un cambio di rotta - per qualcuno inaspettato - culminato con la nomina di Lucetta Milani nell'assemblea del Consorzio di Macchiareddu.
E che tutto nasca dalla contrapposizione delle varie anime del Partito democratico sardo lo si capisce anche dalla valanga di reazioni, arrivate sotto forma di comunicato stampa, nella giornata di ieri: alcuni se la prendevano con Cappellacci e la sua scelta di affidare il volante del Cacip al suo consulente Natale Ditel, altri hanno dato la colpa del commissariamento a un «immobilismo» della Quaquero, a cui Sanna aveva chiesto un intervento ben prima che scoppiasse la grana. Questa è la fine del primo round, ma è difficile che la battaglia finisca qui.