Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Il restauro del carro curato da mio padre»

Fonte: L'Unione Sarda
21 aprile 2008

«Allora ero solo un bambino, ma ricordo benissimo il periodo in cui fu costruito quel cocchio che accompagnava Sant'Efisio da Giorgino sino a Pula». È trascorso mezzo secolo, ma Gino Contini, settant'anni, il duro lavoro compiuto da Zino Sechi, Angelo Spano, e suo padre Umberto, non l'ha mai dimenticato. «Sono rimasto stupito nel sapere che quel Cocchio realizzato a Villa D'Orri alla fine degli anni Quaranta è stato scambiato per quello del Settecento - dice Contini - qui in paese sono in tanti a sapere che quella fu opera dei dipendenti di don Vincenzo Manca di Villahermosa». La struttura in legno e il fondo furono affidati allo scalpello e al martello dell'abile falegname Angelo Spano, conosciuto in paese come Tatano, le preziose decorazioni che hanno fatto pensare a un'opera settecentesca invece sono frutto dell'ingegno di Zino Sechi. "Mio padre rimise a nuovo il carro su cui doveva viaggiare il Cocchio - spiega Contini - assicurando ruote e pianale per tante edizioni della processione religiosa più lunga del mondo». Il tempo ha scandito decine di sagre di Sant'Efisio, ma le firme sotto il Cocchio ancora oggi testimoniano l'opera compiuta dai maestri sarrochesi e dai loro garzoni. «Lo scorso anno, durante la permanenza del cocchio del santo a Villa D'Orri prima del rientro a Cagliari, ho cercato sotto il carro quelle firme poste dai realizzatori del cocchio - dice Contini - sono ancora lì, chiare e indelebili come quasi sessant'anni fa».Nel frattempo è nato un comitato per il recupero del Cocchio di campagna di Sant'Efisio. Chiunque volesse può fare un versamento sul conto bancario - intestato al Comitato - numero 102050 presso la filiale della Banca nazionale del lavoro di Cagliari, nel Largo Carlo Felice, oppure recandosi dal primo al quattro maggio nella chiesetta di Sant'Efisio, durante una delle tante iniziative previste.IVAN MURGANA 19/04/2008