Abolite le circoscrizioni rinascono i comitati di rione Gianfranco Carboni: ridare voce anche ai quartieri
Molti movimenti spontanei e tanta voglia di partecipare
PIERLUIGI CARTA
CAGLIARI. Poteri locali troppo ingerenti, palestre politiche o istituzioni cardine tra cittadini e amministrazione, le circoscrizioni non esistono più dall’aprile 2011, lasciando un vuoto nella gestione del territorio. La legge finanziaria del 2009 aveva concesso scarso margine di scelta e l’odierna giunta comunale cagliaritana deve fare a meno dei “parlamentini”. Nel 2011 la Regione ha fatto valere la sua autonomia, con la legge 10 del 18 marzo 2011, solo per mantenere la municipalità di Pirri. «Lasciano perplessi i modi in cui si è manifestata la cancellazione delle circoscrizioni - afferma Gianfranco Carboni, ex-presidente della circoscrizione Centro storico - non con una decisione politica ma attraverso una finanziaria». Negli ultimi due anni i consiglieri lavoravano senza emolumenti, praticamente a costo zero per il comune. I cittadini ancora oggi continuano a rivolgersi ai vecchi consiglieri di circoscrizione, questo significa che le urgenze di ascolto e di partecipazione diretta sono ancora avvertite. «Ciò vale sia per le circoscrizioni dei quartieri popolari dcel centro storico, che per le zone più urbane di San Benedetto e Generuxi» commenta Carboni. Cagliari presenta problematiche che non possono essere demandate unicamente ai consiglieri comunali. Serve un istituto che supporti la loro azione. Durante questo periodo si è assistito alla proliferazione dei comitati di base, forse spinti da un eccesso gestionale. Questi esperimenti presentano però «un’insufficienza democratica» a detta di Carboni che si chiede quanto siano effettivamente rappresentativi della cittadinanza. I comitati sono sorti in diverse parti di Cagliari, tra cui Sant’Elia, Is Mirrionis e, in difesa degli alberi, nell’area di Piazza Garibaldi. Filippo Petrucci, consigliere comunale (Lista civica) è certo che le circoscrizioni non ricompariranno nel panorama politico locale: «La commissione Decentramento e Affari generali - afferma - sta valutando quali istituzioni e strumenti, come i referendum, le petizioni e le istanze popolari, possano entrare nella vita politica del cittadino che vuole essere attivo».