Il 24 febbraio incontro-denuncia: mai applicato il piano idrogeologico
La presidente del Comitato: «Restituiremo le schede alle prossime elezioni» Cosa dicono i periti
CAGLIARI. Convegno di denuncia e poi rivolta elettorale. Il Comitato di via Marengo e via Peschiera, le strade a rischio accertato di sprofondamento, affila le armi per ottenere quello che chiede dal 2008, anno del rovinoso allagamento estivo: che siano messe in sicurezza le strade, progetto neppure costoso secondo i tecnici del Comitato e quelli schierati a suo tempo dalla Protezione civile.
Patrizia Tramaloni presidente del Comitato è un torrente in piena: ci sono gli studi, c’è la delibera del consiglio comunale che delinea il perimetro dell’area a rischio di smottamento, c’è un accordo della Protezione civile e poi il piano integrato d’area, ma non si capisce cosa aspetti il Comune a bandire l’appalto e a mettere in salvo gli abitanti delle strade in pericolo. Quindi ecco le contromisure: il 24 febbraio ci sarà il convegno di studi organizzato dal Comitato per denunciare i rischi arcinoti e poi si valuterà se restituire la tessera elettorale alle prossime votazioni. Tramaloni punta il dito contro le scelte della precedente giunta che non ha mai voluto dare la priorità al risanamento delle strade a rischio, ma se la prende anche con l’attuale esecutivo che non affronta un ulteriore problema di questa vicenda: la frammentazione delle competenze fra assessorato alla Viabilità, assessorato ai Lavori pubblici, Protezione civile. Secondo il Comitato neppure i soldi sono il vero nodo del risanamento che non si fa: «Basterebbe che la Protezione civile destinasse parte delle risorse ai lavori e non sempre e solo alle consulenze - dice la presidente del Comitato - la verità è che c’è una carenza di volontà politica. Queste strade, che possono sprofondare da un momento all’altro perché la rete idrica resta un colabrodo ed è accertato che contribuisce notevolmente a rendere instabile il sottosuolo, non sono in cima nella lista dei problemi cittadini da risolvere subito». E’ vero che non c’è solo la rete di via Marengo, via Peschiera ecc: piazza D’Armi è sprofondata un paio di volte e non ci passano più i mezzi pesanti. «Il problema è che adesso ci sono anche i tagli delle risorse ai comuni - continua la presidente del Comitato - ma l’accordo di programma della Protezione civile prevedeva un primo lotto di 2 milioni di euro per il nostro quartiere. Io contesto il fatto che il piano integrato d’area Tuvixeddu-Tuvumannu (l’area a rschio è a cavallo dei due colli) a tutto è servito tranne che a dare sicurezza alle strade a rischio. Un tradimento del piano, visto che è nato per avviare opere pubbliche che favorissero gli interventi privati: come si possono favorire i privati se sulle nostre strade non possono transitare auto e bus? Nel piano di assetto idrogeologico varato dal consiglio comunale nel 2010 furono individuati anche gli interventi da fare nel nostro quartiere e, ce lo dicono gli esperti, non si tratta di interventi di alto costo. Noi chiediamo: se col piano d’area le risorse ci sono, perché per la nostra zona non è stato ancora fatto un bando? Ci ricordiamo bene che la precedente giunta ha voluto favorire altre realtà, come alcune chiese, che non correvano i rischi della nostra piccola comunità, ci ricordiamo anche che la precedente giunta aveva sollecitato fondi a favore del seminario di via Cadello, ma la nuova giunta perché non dice una parola definitiva ristabilendo la lista delle priorità degli interventi? Questo noi chiederemo nel convegno pubblico».
(a.s)