CONSIGLIO. In Aula la discussione sulla dismissione dei beni militari
Ordine pubblico: il prefetto convoca Zedda
Lo stupro di via XX Settembre, il pestaggio di un automobilista da parte di un gruppo di parcheggiatori abusivi senegalesi e la sparatoria di Pirri: tre episodi che hanno convinto il prefetto Giovanni Balsamo a convocare per domani il comitato provinciale per l'ordine pubblico e la sicurezza. Un incontro a cui parteciperà anche il sindaco, come ha annunciato lo stesso Massimo Zedda ieri sera in aula, rispondendo a un'interrogazione urgente di Maurizio Porcelli (Pdl) proprio sulla questione sicurezza. Il consigliere azzurro ha ricordato che il prossimo 24 febbraio scadranno i termini per partecipare a un bando europeo che finanzia, tra le altre cose, anche gli impianti di videosorveglianza. «Sarebbe utile installarle in alcuni punti della città, visti gli ultimi accadimenti. Ma anche in luoghi di particolare interesse: penso ad esempio al Bastione di Saint Remy».
«BASTIONE CHIUSO» Zedda ha risposto: «Non so se siano sufficienti le telecamere, a risolvere il problema del Bastione: meglio ragionare con il Consiglio se delegare o meno il controllo e la sicurezza o addirittura la chiusura degli accessi a chi opera nelle vicinanze». La discussione in Aula era iniziata con l'interrogazione di Gianni Chessa (Udc) sulla ristrutturazione nelle case popolari di via Podgora, dove, «si interverrà solo sulle facciate». L'assessore ai Lavori pubblici Luisa Anna Marras ha però annunciato che gli uffici del Comune stano «verificando dove si può proseguire con la demolizione e la ricostruzione degli edifici».
BENI MILITARI La discussione sulle dismissioni degli edifici militari in città ha invece occupato la seconda parte della seduta, terminata con l'approvazione con voti bipartisan di una mozione proposta da Piergiorgio Meloni (Pd) e un ordine del giorno firmato da Gennaro Fuoco (Fli) e Alessio Mereu (Riformatori). Come ha ricordato Meloni, l'accordo di programma per la dismissione non è mai stato rispettato perché «i militari chiedono di trasferire gli uffici ospitati dagli edifici da dismettere in un nuovo stabile all'interno della caserma Mereu». Costruzione che costerebbe «57 milioni di euro, come ha già stimato il Genio civile», ha ricordato invece Mereu. L'elenco dei beni è lungo: la caserma Griffa, i magazzini di viale San Vincenzo, la caserma Ederle e tanti altri edifici, spesso in posizioni strategiche come l'area di Calamosca. Prima della dismissione però bisognerà trovare i soldi necessari per costruire il nuovo edificio per i militari e rispettare l'accordo di programma: il Consiglio ha chiesto di costituire un «tavolo tecnico» insieme alla Regione. ( m.r. )