Una sfida ancora da vincere
Enrico Pilia
C'è una Cagliari che non è quella del centro, o delle strade più eleganti. Esiste una città aggrappata alle vie più commerciali, quartieri lontani dall'area storica, ma comunque - stradario alla mano - nello stessa cinta urbana. Si chiama area metropolitana, o Grande Cagliari, nei dibattiti sullo sviluppo urbano. Per la gente comune, è la periferia. Ce ne sono tante, e diverse, di periferie. Da quella per antonomasia, come Sant'Elia, ai quartieri popolari come Is Mirrionis, San Michele, il Cep, più vicini alle zone nobili ma comunque ancora troppo lontani dallo standard che pretende chi ci vive. Una passeggiata da Monte Urpinu a San Michele, per esempio, è un viaggio breve e interessante per interpretare meglio la scala dei valori: dei servizi, della pulizia, dell'arredo verde, della vigilanza. Atmosfere diverse, da via Milano a via Cinquini, da viale Regina Elena a Borgo Sant'Elia.
La sfida che il Comune voleva vincere è ancora in corso. L'entusiasmo con cui è stato accolto Massimo Zedda, soprattutto da chi non sopportava più il dominio incontrastato del centrodestra, si specchia oggi sugli stessi problemi di prima. Le nostre pagine di Cronaca regalano quotidianamente una carrellata di disagi, degrado e lamentele prodotte esclusivamente nella fascia esterna ai quartieri meno popolari. Sì, il marciapiede si rompe anche a Genneruxi, ma lo spaccio, le aggressioni, l'asfalto che cede, magari l'assenza totale o quasi di servizi è quasi sempre un'esclusiva della periferia.
Il Comune deve fare i conti con un bilancio ridotto, con la diminuzione delle risorse da Roma, un passaggio negativo con pochi precedenti. Ma una delle priorità deve essere quella di tenere unita la città, avvicinando le periferie. Gran parte dei voti è arrivata per questo.