Telefonata al sindaco Massimo Zedda: «Il mio cachet alle famiglie di sette città»
Adriano Celentano darà 750 mila euro ai più poveri
Adriano Celentano ha telefonato a Massimo Zedda. Sindaco, gli ha chiesto, voglio i nomi di chi sta male. Voglio i nomi di chi, a Cagliari, non ce la fa più. Voglio i nomi di chi lotta, ogni giorno, contro la povertà. Sindaco, i miei soldi del Festival di Sanremo sono per te. Per questi padri, per queste madri, per questi figli.
Poi ha chiamato Tosi, Pisapia, Renzi, Alemanno, De Magistris, Emiliano - Verona, Milano, Firenze, Roma, Napoli, Bari. Sei città che con Cagliari fanno sette: sette città: decine di uomini e decine di donne per migliaia di euro. Settecentocinquantamila.
Perché, insomma, a Sanremo Adriano Celentano ci sarà. Non si sa ancora per quante serate, e che cosa dirà, come lo dirà, perché lo dirà. Ma i suoi soldi, tutti i soldi, andranno ai poveri di queste sette città: 350 mila euro se interverrà a una serata, 700 mila se interverrà a due, 750 mila se interverrà a tre, quattro, cinque.
Spiega il direttore artistico del Festival di Sanremo Gianmarco Mazzi: «Celentano ha scelto sette città. Poi ha chiamato i sindaci di ogni città. E ha deciso: se percepirà 350 mila euro, ne destinerà 100 mila a un ospedale di Emergency e 250 mila a 13 famiglie; se percepirà 700 mila euro, 200 mila andranno a due ospedali di Emergency e 500 mila a 25 famiglie; gli eventuali 50 mila euro in più consentiranno di portare a 27 il numero delle famiglie aiutate. Celentano si farà carico anche di tutte le tasse che in Italia gravano sulla beneficenza».
Ringrazia Massimo Zedda: «Sono centinaia le famiglie che, ogni giorno, si presentano ai nostri Servizi Sociali. Ci piacerebbe che la quota del cachet di Celentano potesse essere destinata proprio all'assessorato».
Dice Gianni Morandi, che del Festival sarà ancora il presentatore: «I politici parlano di Celentano solo per apparire sui giornali. È un personaggio unico, in Italia, nel mondo. Per me vale il triplo di quello che chiede». E quello che chiede, dice, «non finirà sul suo conto in banca. Quando sarà a Sanremo consegnerà a un notaio una busta con un documento che contiene i nomi delle famiglie e dei sindaci che le hanno indicate. La consegna del denaro sarà fatta dagli stessi sindaci in forma privata, ma alla presenza di una persona di fiducia, forse Claudia Mori, o io». Niente fotografi. Niente applausi.
Bene, ma il contrartto? «In effetti sotto il contratto di Celentano manca ancora la firma», ammette Valerio Fiorespino, direttore delle Risorse Tv. «Ieri abbiamo mandato al Clan la versione definitiva dell'accordo, con la disponibilità a contrattualizzare anche i collaboratori che servono per la sua esibizione. Il contratto non consentirà a questi collaboratori di mettere mano direttamente sugli apparati tecnici della Rai, ma siamo convinti che non sarà questo aspetto a creare problemi». Lo rassicura Morandi: «Ho parlato con Adriano tutta la notte. Faremo un grande Festival». E a questo punto elencare gli ospiti, gli altri, Stevie Wonder, i Cranberries e il violinista David Garrett sembra inutile. No, un momento. A ballare la musica di Garrett sarà Simona Atzori. Milanese, va bene. Ma sarda, «come mio padre e come mia madre».
Francesca Figus