Andrà a Emergency e a famiglie bisognose di sette città tra le quali Cagliari, saranno i sindaci a segnalare i nomi
Zedda auspica che l’aiuto vada direttamente all’assessorato
WALTER PORCEDDA
SANREMO. Celentano, intero cachet in beneficenza e polemiche a zero. Con un bel coup de theatre il Molleggiato è riuscito a sorprendere ancora una volta spegnendo in un colpo solo il fuoco di fila sollevato da parlamentari contro i compensi pagati dalla Rai per l’esibizione del cantante milanese al festival di Sanremo, al via il prossimo 14 febbraio dal teatro Ariston. E proprio dalla città dei fiori, ieri mattina, tra i velluti rossi del Casinò, Capitan Morandi assieme al direttore artistico Giancarlo Mazzi ha sparato a zero sui politici contrari a pagare con i soldi pubblici il maxi evento per eccellenza della rassegna. «I politici parlano male degli artisti - dice Morandi - solo per apparire sui giornali. In Italia non c’è nessuno che vale più di Celentano. Un artista unico che quando arriva suscita sempre un grande interesse. E non solo per le canzoni che ha lasciato. Per me vale il triplo di quanto chiede». E Mazzi chiosa perfidamente. «Non si getta fango con una polemica così rabbiosa e ipocrita. Ho il sospetto che ci sia la paura che Celentano, oltre a cantare, decida di parlare. Si vergogni chi ha criticato il suo cachet».
Il cachet appunto. Gli impegni contratti (ma ancora in attesa dell’ultima firma) con la Rai stabiliscono che prenderà 300 mila euro per una serata - ha specificato il direttore artistico del festival - 700 se ne farà due e 750 da tre in su». Ma, e qui viene il bello, questi soldi il Molleggiato ha deciso di devolverli in beneficenza (pagando di suo tra l’altro la permanenza sua e dello staff a Sanremo. 100 mila ad Emergency per un ospedale e la restante quota a famiglie bisognose di tutta Italia. La cifra (che salirà a 500 nel caso di più serate con il totale di 25 nuclei familiari) sarà affidata ai «magnifici sette sindaci» di diverso colore politico, individuati da Celentano per il loro «contatto con la popolazione». Tra questi anche Massimo Zedda di Cagliari (accanto a Tosi di Verona, Alemanno di Roma, Renzi di Firenze, Emiliano di Bari, Pisapia di Milano e De Magistris di Napoli). A questi l’artista avrebbe chiesto di segnalare le famiglie in condizioni di assoluta povertà a cui devolvere la somma.
In serata sono arrivate a giro di agenzia i ringraziamenti dei primi cittadini, tra cui anche quella di Zedda che in dettaglio ha auspicato che «la quota del cachet potesse essere destinata direttamente all’assessorato, che conosce nel dettaglio tutte le numerose situazioni di disagio».
Chiuso il capitolo cachet del Molleggiato (che per inciso alla Rai porterà in dote una cospicua dote di audience da tradurre in moneta contante pubblicitaria...), l’altra “patata calda” è stata la cacciata della Ecclestone. Morandi e Mazzi hanno ripercorso le tappe della vicenda, partendo dall’incontro londinese con la top model spiegando come l’accordo sia saltato per la richiesta dell’organizzazione alla Ecclestone - sostituita poi dalla ceca Ivana Mrazova che Morandi chiamerà «Ivanka» - di essere presente una decina di giorni in più per prepare meglio gli show.
«Più che arrabbiata, delusa. Mi sarebbe davvero piaciuto presentare il Festival». Questa la reazione di Tamara che ha raccontato a «Vanity Fair» oggi in edicola la sua versione. «Avevo già firmato ed ero pronta a partire per il primo servizio fotografico quando la mia manager, il venerdì, ha ricevuto un’email in cui si richiedeva improvvisamente la mia presenza per altri dieci giorni non contemplati nel contratto. Impossibile organizzarmi in poco tempo».