Una piccola questione procedurale diventa un caso politico
CAGLIARI. Statuto dell’Ersu: secondo il parere ufficiale dell’ottava commissione del consiglio regionale (diritto allo studio ecc.) il documento andrebbe rivotato per intero. La commissione non ha neppure aperto il faldone, non è entrata nel merito della formulazione della carta che regola la vita dell’ente, ma ha detto, in estrema sintesi: lo statuto una volta varato dall’Ersu nel 2009, per un errore del dirigente, non venne mandato al consiglio regionale come legge prescrive ma soltanto alla giunta (assessore, presidenza ecc) e fu questa poi a inviarlo al consiglio quindi tale piccola ma non insignificante omissione adesso si ritiene debba essere corretta con una nuova votazione e quindi una successiva trasmissione al consiglio regionale perché approvi lo statuto. La domanda è: se è così semplice perché la storia infiamma da qualche giorno i post su facebook e rilancia l’idea di una non sopita inimicizia tra il consigliere regionale Carlo Sanjust e la presidente dell’Ersu Daniela Noli? Prima in sintonia, poi in disaccordo, infine separati per sempre dalla scelta del governatore Ugo Cappellacci di nominare Noli alla presidenza dell’Ersu anziché Pierandrea Lippi come Sanjust si dice avrebbe preferito, qualche settimana fa è venuto il sospetto che l’errore di trasmissione, avvenuto, si badi, prima che Noli diventasse presidente, sia stato ripescato per riprendere una vecchia polemica. A chi giova? Si può spiegare subito a chi non giova: alla procedura del bando per il campus universitario, importante opera che ha dovuto aspettare 11 anni prima di arrivare a conclusione. Chi ha esperienza di amministrazione pubblica spiega che la vicenda del campus non verrebbe in ogni caso scalfita dalla storia dello statuto perché non ci sono in ballo illegittimità ma soltanto errori di forma neppure sostanziali e questo è facilmente dimostrabile in ogni sede. Ma bisogna offrire garanzie certe rispetto ai grandi progetti e ai soldi che, finalmente, arrivano di sicuro a favore della residenzialità studentesca di Cagliari, un successo a tutto tondo per l’assessore Milia, il sindaco Zedda, il consiglio di amministrazione dell’Ersu e la presidente Noli. In dicembre, mentre il tavolo di lavoro sul campus marciava speditissimo per chiudere la procedura e avviare il bando nei tempi utili a non perdere i finanziamenti, Sanjust presidente dell’ottava commissione scrisse una lettera che affacciava il problema statuto ancora prima che questo fosse diventato tale in commissione. Il comportamento di Sanjust pare non sia piaciuto a quasi tutti i componenti della commissione, compresi due del centrodestra. La vicenda è stata riassorbita perciò nei ranghi istituzionali e adesso la situazione è questa: la commissione ha espresso un parere, che non è vincolante, adesso l’eventuale ripresa del discorso spetta all’assessorato alla Pubblica istruzione. Che può fare due cose: affermare di non aver nulla da chiedere all’Ersu perché la procedura successiva messa in atto dall’Ente regionale per il diritto allo studio nel 2010 di fatto corregge gli errori precedenti oppure invitare l’Ersu a seguire l’indicazione della commissione colmando così la riaffermata lacuna procedurale. Vale l’appello che sale da più parti: tutto ciò che mette in sicurezza le grandi opere imminenti è doveroso, anche se superfluo.
(a.s)