Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Rifiuti e salute: «Con la differenziata calo delle malattie»

Fonte: L'Unione Sarda
21 aprile 2008

Cagliari produce 100 mila tonnellate di rifiuti all'anno, l'equivalente conferito da una città di 260 mila abitanti, considerato il consumo medio pro capite. «Ma i cittadini cagliaritani sono 160 mila e c'è quindi un surplus di 100 mila abitanti». Lo ha messo in rilievo Ugo Storelli, vicepresidente del Casic, nel corso del convegno “Ambiente e salute - Rifiuti: scarto o risorsa?” promosso dall'Ordine dei medici della provincia di Cagliari. La lettura del dato, secondo Storelli, non richiede una grande fatica interpretativa: «In città convergono rifiuti che provengono da altri centri, questa è la spiegazione. Capita che la gente venga a Cagliari con i sacchetti di spazzatura». Per contrastare questa tendenza la soluzione consisterebbe nel diffondere «un messaggio positivo sui rifiuti, non allarmistico. Bisognerebbe insomma porre l'accento sul valore della raccolta differenziata e dei rifiuti come risorsa». E qui risiede la risposta all'interrogativo che ha accompagnato tutto il convegno: rifiuti, scarto o risorsa? Su questo tema si sono confrontati fisici, chimici e medici, con approfondimenti sulla classificazione degli inquinanti, sul sistema integrato dei rifiuti urbani e sulla relazione tra ambiente e salute. «I rifiuti rappresentano un'opportunità», ha spiegato Raimondo Ibba, presidente dell'Ordine dei medici, «da considerarsi chiaramente fondamentale per l'ambiente, che ha una fortissima influenza sulla salute». E gli esempi sono davvero numerosi: «L'inquinamento ambientale causa problemi all'apparato respirato e digerente e, in generale, è presente nei territori dove c'è una forte diffusione di tumori. È vero, in Sardegna al momento non siamo in possesso di dati che testimonino la presenza di elementi di pericolo, ma vogliamo comunque che i dati ci dicano con certezza che questi elementi non ci sono». Sotto la lente d'ingrandimento anche l'argomento diossina, trattato da Aldo Muntoni, docente di Ingegneria sanitaria ambientale della facoltà di Ingegneria di Cagliari: «È possibile ridurre i rischi per l'ambiente causati dagli inceneritori. Bisogna valutare dove va a cadere la diossina: se rimane in un sito dove non sono presenti attività produttive, individuato in seguito a un'attenta valutazione di esperti, il rischio può essere accettabile. In ogni caso, il futuro non è quello degli inceneritori». MARIANGELA LAMPIS 20/04/2008