Botta e risposta tra Lecis Cocco Ortu (Pd) e Dore (Idv) sul concorso di idee
È stata forse la prima volta dall'inizio della consiliatura in cui la maggioranza non ha votato compatta. Ma l'argomento non era uno qualsiasi: la riqualificazione dello stadio Sant'Elia, protagonista del dibattito politico degli ultimi dieci anni. La soluzione del concorso di idee, votata mercoledì dal Consiglio comunale non ha trovato d'accordo Matteo Lecis Cocco Ortu (Pd), che ha pubblicato sul Facebook e sul suo blog personale un lungo intervento in cui spiega i motivi della sua uscista dall'aula. «Una scelta non semplice perché mi sono trovato, su una questione tanto importante come il futuro dello stadio Sant'Elia, a dover esprimere un voto su un ordine del giorno formalmente firmato da tutti i capigruppo ma sul quale non mi trovo d'accordo né sul contenuto né tantomeno sul metodo con il quale è stato presentato». Le critiche riguardano anche i rapporti con gli altri colleghi del centrosinistra: «Sul metodo non mi sembra opportuno su temi di rilevanza strategica per la città presentare direttamente in aula un documento fatto firmare in fretta e furia da tutti i capigruppo senza un minimo di condivisione previa con tutti i consiglieri di maggioranza».
Nel merito, Lecis Cocco Ortu dice che «il concorso di idee è oggi uno strumento poco appetibile per amministrazioni virtuose e studi di progettazione perché troppe volte si risolve solo con un premio in denaro e non è seguito da una progettazione che porti alla realizzazione dell'opera per la quale tanti professionisti han messo in gioco il proprio impegno». Meglio «uno studio di fattibilità», come propone il consigliere del Partito democratico. Il padre dell'ordine del giorno approvato mercoledì, Giovanni Dore (Idv) ha risposto «cordialmente» al “post” del collega di maggioranza, ricordando che il documento è stato depositato con la firma dei 5 capigruppo di maggioranza e dei 2 presidenti delle commissioni competenti. Il tutto con l'avallo del sindaco».
Il capogruppo del Pd Davide Carta non è preoccupato dalla diversità di vedute sullo stadio: «Sono cose che capitano, a volte ci sono delle posizioni personali che non si possono conciliare con quella del resto del gruppo. Ma non è nulla di grave». Carta non esclude che «il concorso di idee possa essere preceduto da uno studio di fattibilità», soluzione che salverebbe capra e cavoli. E poi il concorso di idee potrebbe essere solo un punto di partenza: «C'è tutto il tempo per prendere in mano la situazione nelle commissioni Lavori pubblici e Sport, anche alla luce dei ragionamenti futuri con il Cagliari calcio».
M.R.