In città è allarme violenza
Michele Ruffi
A Pirri si spara per una bicicletta rubata, a Stampace una banale discussione per un parcheggio porta in dote un automobilista pestato da un gruppo di senegalesi, mentre in via XX Settembre, centro del centro, viene stuprata una ragazza che torna a casa dopo la discoteca.
Siamo a Cagliari, mica a Caracas. Eppure i tre episodi, diversi ma legati da un filo di violenza e follia molto simile, fanno aprire gli occhi con la delicatezza di un pugno in faccia. Perché ci raccontano di una città dove evidentemente non si incontrano grossi problemi se si vuole acquistare una pistola - in certi quartieri, averla è quasi una moda -, come fanno i personaggi di Romanzo criminale . Sembra una serie tv, ma non lo è.
Questa è anche una città dove una ragazza che passeggia in via Roma viene seguita per centinaia di metri da un ragazzo, che aspetta il momento giusto (cioè il primo vicoletto buio che capita a tiro) per picchiarla, stuprarla e tornare a casa come se niente fosse.
Ma è pure una città dove ti rompono il naso se lasci l'auto nel posto sbagliato, magari solo perché non hai dato l'obolo al parcheggiatore abusivo senegalese di turno. Se va bene, te la cavi con una riga sulla portiera. A Cagliari per fortuna gli immigrati, da qualunque angolo del mondo arrivino, sono ben integrati, danno e ricevono rispetto. In via Castiglione la Cisl ha regalato le maglie da calciatore a un'intera squadra di senegalesi. Però è da tempo che le nuove generazioni di ambulanti africani controllano senza alcuna difficoltà il sistema della sosta in città. E molti di loro lo fanno con un'arroganza che spesso sfocia nella violenza. Forse è il caso che qualcuno intervenga, prima che la situazione degeneri.