Maria Cristina Lecis viveva nella “casa-albergo” di via Piero della Francesca
A Mulinu Becciu si rischia la sommossa popolare
Costretta a dormire in auto nelle ultime due notti. Non aveva alternativa Maria Cristina Lecis, a cui sabato hanno occupato l'appartamento di 40 metri quadri al piano rialzato della casa-parcheggio comunale di via Piero della Francesca 7, a Mulinu Becciu. «Sono andata mezz'ora a fare la spesa e quando sono tornata ho trovato la sorpresa», racconta. Nemmeno gli agenti della Polizia e quelli della Municipale sono riusciti a mandare via gli abusivi. Clima rovente, sotto casa, con l'ordine pubblico a rischio. E così la donna cagliaritana, 47 anni, non ha potuto fare altro che andare a dormire in auto.
LE AVVISAGLIE «Giovedì c'era stato il primo tentativo. Alcune persone avevano provato ad entrare in casa quando io ero dentro. Per questo avevano desistito». La signora non sa cosa fare: «I vicini mi avevano consigliato di non avvisare la polizia, sarebbe stato peggio». Fa capire che ci sarebbero potute essere ritorsioni. Però la donna aveva comunque preso delle contromisure: «Ho chiamato un amico per farmi mettere dei pannelli nelle finestre. Le avevano rotte nel tentativo di occupazione».
L'IRRUZIONE L'altra sera, verso le 18, Lecis esce con un'amica a fare la spesa. «Ma abbiamo lasciato la luce accesa?», le chiede mezz'ora dopo, quando rincasano. «La porta non si apriva, allora ho chiamato il 113». Dalla centrale operativa le passano la Polizia municipale. «Verso le 19,30 sono arrivati, ho subito raccontato cos'era successo». La risposta degli agenti lascia la donna basita: «Signora, può dire addio alla sua casa».
L'INTERVENTO L'esperienza dei vigili li ha portati a quella conclusione. «Ufficialmente a occupare risulta essere solo una tale J. C., con la sua bimba di 6 anni», racconta Maria Cristina Lecis, «in realtà c'erano un altro bimbo, un'altra donna e un ragazzo di circa trent'anni». Quest'ultimo, «prima mi ha insultato, poi si è scagliato anche su un agente, dicendogli: “Se sei uomo togliti la divisa”. In tutto il quartiere c'era fibrillazione. Gli agenti mi hanno detto che se fossero intervenuti, ci sarebbe potuta essere una sommossa popolare».
L'ATTESA Il racconto dell'incredibile episodio prosegue. Arrivano i poliziotti dalla Questura e gli assistenti sociali del Comune, che portano la donna in strada, mentre la Municipale chiama il magistrato di turno, Maria Virginia Boi. «L'ufficiale della Polizia che ha parlato al telefono mi ha detto che non c'era niente da fare, consigliandomi di andarmene».
Così la donna abbandona l'appartamento, all'interno i suoi vestiti, i suoi soldi. Sale in auto, dove ha dormito nelle ultime due notti. «Il Comune mi aiuti. In quella casa non posso tornare, rischio troppo».
Mario Gottardi
L'avvocato
«Bisogna agire
per mandar via
gli occupanti»
«Purtroppo casi come questi se ne verificano tanti, perché non vengono mai presi provvedimenti». L'avvocato Leonardo Filippi non ha dubbi sulla ricetta per fermare l'occupazione abusiva di appartamenti di edilizia popolare: «La polizia dovrebbe intervenire subito e mandare via gli occupanti».
Nessuna differenza se il titolare dell'abitazione è un privato o un ente pubblico. «Anche se è una casa popolare, c'è un titolare che ha diritto di rientrare in possesso dell'appartamento».
L'occupazione di una casa «è un un reato permanente», spiega il docente, «per cui si può sempre agire per mandare via chi si è impossessato dell'appartamento illegalmente». Solo in alcuni casi, «come quando l'occupante minaccia gesti inconsulti o quando c'è pericolo, si può decidere di intervenire in un secondo momento». Ma «bisogna sempre intervenire. Perché altrimenti significa che la legge del più forte prevale sul diritto: non è possibile ammetterlo, anche se spesso accade».