VIA RAFFA GARZIA
Tra autorizzazioni in violazione dei vincoli paesistici e proteste dei residenti resta solo l’abbandono nell’area ai piedi di viale Europa: il cantiere è fermo da anni
Già dal 2009 ci sarebbero dovuti essere un ristorante, un’area verde ben tenuta e altre strutture aperte al pubblico. Invece in via Raffa Garzia, nell’ex cava di Monte Urpinu, un’area tra il deposito di carburante dell’areonau - tica, i giardini del Binaghi e viale Europa, ci sono solo ruderi abbandonati. I lavori erano cominciati nel 2005, poi l’oblio. Oggi, superata una sbarra in ferro e percorsa una strada non asfaltata, oltre una rete protettiva, ci sono solo quattro catapecchie semidiroccate. Tre di queste furono utilizzati come deposito di materiale durante dei lavori nella vicina cava dismessa. Dopo anni d’inutilizzo, una struttura è stata incendiata, mentre altre due hanno le mura imbrattate da scritte e al loro interno si trovano tubi, mattoni e sacchi di cemento. Discorso diverso per l’edi - ficio più vicino alla strada: il progetto iniziale prevedeva un ristorante o un disco bar con vista su Molentargius. Oggi sembra semicrollato ed è circondato da sterpaglie. Nel 1955, con un vincolo paesaggistico l’area venne dichiarata non edificabile. Nel 1992 un decreto regionale diede il via libera alla costruzione. Il Comune, due anni dopo, confermò quanto deciso dalla Regione. Nel 2004 due associazioni ecologiste, gli Amici della Terra e il Gruppo d’Intervento Giuridico, portarono all’allora sindaco Emilio Floris una petizione firmata da quasi 400 residenti della zona. Nella lettera si chiedeva la bonifica dell’intera area e la creazione di uno spazio all’aperto destinato ad attività culturali e teatrali. Da parte dell’amministrazione comunale non giunse nessuna risposta. Poi, nel febbraio 2005, cominciarono i lavori. Un cartello informava che si trattava di interventi per la sistemazione del terreno e dell’impianto idrico. Gli ambientalisti inviarono una richiesta d’informazioni sui lavori al Comune, che spiegò che si trattava del rinnovo di un permesso per costruire. A quel punto gli ecologisti chiesero il blocco immediato del cantiere e l’an - nullamento delle autorizzazioni, perché in contrasto con la legge di tutela dell’area. Anche in questo caso, nessuna risposta da palazzo Bacaredda. Nel 2008, dopo aver visitato l’area, circa 100 residenti decisero di creare un comitato spontaneo di quartiere. E finora il risultato è che loro non hanno uno spazio a disposizione, e la città non ha l’area attrezzata. Paolo Rapeanu
Via Parigi Il naufragio del centro sociale
Una storia simile a quella del cantiere di via Raffa Garzia ce l’ha un edificio costruito in via Parigi, nel quartiere Europeo, tra viale Marconi e il Cep. Qui sarebbe dovuto sorgere un centro sociale: i lavori sono andati spediti con la costruzione di tutta la struttura portante, poi il blocco improvviso di qualche anno fa. E da allora la situazione non è cambiata. Gli operai sono andati ben oltre la realizzazione del grezzo, in certe stanze mancano solo gli infissi. Quando la struttura fu oggetto di un’interrogazione in consiglio comunale, l’assessore alle Politiche sociali, Anselmo Piras, imputò il blocco dei lavori al fallimento dell’uimpresa che avrebbe dovuto portarli a termine. I residenti della zonab si chiedono ancora cosa debba sorgere davanti a casa loro