I dati Istat del mese di marzo, attribuiscono a Cagliari il ruolo di “capitale italiana dell'inflazione”, con una crescita dei prezzi, in un anno, del 4,2%, (lo 0,9% in più rispetto alla media nazionale), ma la Camera di Commercio del capoluogo contesta il ruolo di “città più cara” attribuito al capoluogo sardo.



CAGLIARI - Sulla base di un raffronto, nel settore dell'ortofrutta, con i prezzi medi di marzo dei mercati all'ingrosso di tre realtà similari per dimensione, quali Bergamo, Padova e Pescara, il risultato evidenzia - spiega una nota della Camera di Commercio - che i prezzi sulla piazza di Cagliari non sono superiori, in media, a quelli delle altre piazze. Considerando accettabile e poco significativo uno scarto inferiore al 15%, si rilevano alcuni prezzi superiori e alcuni inferiori.

“Generalmente -spiega la Camera di Commercio - le tensioni emergono per i beni per i quali non si può vantare una produzione locale. Per quanto riguarda, dunque, la fase di scambio all'ingrosso, il sistema distributivo non mostra di alimentare le pressioni inflazionistiche denunciate da altre fonti''.

Dal confronto su alcuni prezzi medi all'ingrosso rilevati a marzo emerge che per due su tre ortaggi monitorati Cagliari è risultata la città meno cara, come anche per la frutta fresca (su quattro prodotti monitorati).