Alba e tramonto. Dalle origini dell’umanità al crepuscolo di quei primitivi abitanti della terra. Dalla prima alla seconda era “Neanderthal ”, quella attuale, tormentata. Il dilemma: nuovo inizio? Nuova fine? “La seconda Neanderthal” è lo spettacolo che domani sera segna il ritorno a Cagliari di una delle più importanti compagnie della scena contemporanea italiana, la Societas Raffaello Sanzio. Ricerca, sperimentazione, rappresentazione svincolata dal testo, decostruzione della forma teatrale convenzionale: questo il solco in cui si è sempre mossa la formazione cesenate, fondata nel 1981 da Romeo e Claudia Castellucci, Chiara e Paolo Guidi. “La seconda Neanderthal”, una prima e una produzione europea, che vede coinvolte realtà e istituzioni di Italia, Germania, Polonia, Belgio: l’European Center for the Arts di Hellerau (Dresda), il Festival Wiosny e il Teatr Wielki di Poznan, il Théâtre de la Place - Centre européen de création théâtrale et chorégraphique di Liegi. E la “Raffaello Sanzio” e la cagliaritana Riverrun - performing arts, che ha inserito lo spettacolo nel progetto triennale di residenze creative (lo Step 1 a ottobre con Pathosformel). Per lo Step 2 l’appuntamento è alle 21 di domani in un luogo non luogo teatrale, la palestra comunale della casa di riposo “Vittorio Emanuele II”in via Valerio Pisano (zona parco Terramaini). «Ho scelto questa soluzione, estranea all’arte della rappresentazione, per scompaginare l’artificio scenico», spiega Claudia Castellucci, che cura scene, costumi e coreografia.
Perché “La seconda Neanderthal” è un ballo, con attori-ballerini di formazione classica (la compagnia Mòra, fondata nel 2009 dalla coreografa romagnola). «Non danza, legata alla spazialità dell’espressione corporea, ma ballo - specifica la Castellucci – che aderisce alla forma del ritmo, alla cadenza del passo». Nella performance anche un richiamo al “bal - lu tundu”, «circolare, apatico rispetto alla vita, al luogo, allo spazio». La musica è di Scott Gibbons, ispirata a “Le sacre du Printemps ” di Stravinskij, la poliritmica Sagra della Primavera, che esprime la potenza e la sovranità della natura. Alba e tramonto, rinascita o decadenza dell’umanità, rinchiudersi o aprirsi, anche verso l’ignoto? Le genti Neanderthal si estinsero per mancanza di discendenza, condannati dalla decisione di rimanere dentro le caverne. Il ballo parla di una seconda Neanderthal, di un altro momento in cui l’umanità deve decidere se e cosa lasciare. Lorenzo Mori, direttore artistico di Riverrun: «Oggi non siamo più una compagnia teatrale, ma un luogo di produzione e di incontro per artisti che vogliono confrontarsi sulle potenzialità espressive delle arti performative contemporanee». Cagliari come laboratorio creativo, centro di formazione e produzione. Un’idea che piace all’asses - sore comunale alla Cultura Enrica Puggioni, così come quella «di far vivere e abitare dall’arte luoghi marginali della città». Dopo il debutto cagliaritano, lo spettacolo sarà il 2 e 3 febbraio a Liegi, al festival “Pays de Danses”. Massimiliano Messina