L’ANALISI Sono oltre quarantamila i pensionati in tutta la città, me le iniziative per loro non sono sufficienti: mancano spazi per gli incontri e aiuti per spostarsi. Le richieste del volontariato
Servizi insufficienti per i circa 40.000 anziani residenti in città. A Cagliari l’asticella dell’età degli abitanti continua ad alzarsi – il 24% ha almeno 65 anni - di contro diminuiscono tutte le varie forme d’aiuto verso una delle categorie considerate socialmente deboli. Nei 4 quartieri storici oltre il 19% dei residenti ha più di 65 anni. Si arriva al 30% a Genneruxi ed al Cep. Percentuale alta, intorno al 27%, anche a San Benedetto e Bonaria. Tra i quartieri periferici, Mulinu Becciu conta 25 anziani ogni 100 abitanti, San Michele 22. In controtendenza Sant’Elia, con solo l’11%. Dalla carenza di spazi per l’incontro fino alla necessità d’aiuto per raggiungere luoghi distanti, con un occhio di riguardo per chi ha problemi economici: questi i principali punti fatti risaltare da alcune tra le associazioni cittadine di volontariato per la terza età, ricevute ieri dalla commissione comunale Politiche Sociali. «Avevamo in mente un progetto per gli anziani che risiedono in due rioni specifici, Sant’Avendrace e Marina, offrendo loro la possibilità d’incontrarsi presso dei circoli per narrare ai giovani la propria vita - spiega Luciana Matta dell’asso - ciazione Ada Cagliari - gli anziani sono portatori di conoscenza e saperi. Il problema è la carenza di spazi, e così i nostri 300 iscritti continuano a vivere il dramma della solitudine». Problemi ma anche proposte da parte di Piero Marroccu, presidente dell’asso - ciazione Radice, nata nel 1991. «Bisogna farsi carico dei problemi degli anziani, non devono rischiare di finire la loro vita negli ospizi. Il Coni potrebbe organizzare eventi sportivi per loro, così da farli restare attivi e creare allo stesso tempo socializzazione. Gli anziani devono stare fuori dai giochi politici, non devono ricevere false promesse in cambio di voti». Elena Sitzia, presidente dell’Anteas, racconta che «una volta al mese grazie al banco alimentare possiamo dare un po’ di cibo a più di 200 anziani indigenti. Organizziamo anche viaggi, corsi d’inglese e informatica, tutto gratis». Gabriella Porceddu, socia fondatrice della cooperativa sociale Agape, sostiene che «tanti anziani sono disabili, noi ne seguiamo circa 15, occupandoci di riunire anche 60 nuclei di famiglie con disabili a carico. Alcuni sono disabili mentalmente e vivono soli. Ci preoccupa il possibile taglio dei finanziamenti per la gestione». In conclusione, il presidente della commissione comunale Politiche Sociali, Fabrizio Rodin, afferma che «è positivo notare tutta questa voglia di fare da parte delle associazioni. Destineremo i fondi solo attraverso criteri di merito. La vera sfida sarà riuscire a migliorare i servizi senza spendere grandi cifre». Paolo Rapeanu