Ieri sit in sotto l’assessorato, decise nuove forme di proteste anche sotto il Consiglio regionale. «La politica ci ascolti»
CAGLIARI. Hanno smesso gli abiti di scena , accantonato i loro strumenti musicali e le coreografie per presentarsi in unico fronte sotto il palazzo della Regione di viale Trieste. Oltre un centinaio gli artisti che ieri mattina si sono dati appuntamento per la manifestazione di protesta. E alla fine una loro delegazione è stata ricevuta dall'assessore alla Cultura Sergio Milia finito con i suoi colleghi di Giunta nel mirino degli operatori del settore per quella che viene definita una “politica cieca”. Nel corso dell'incontro, iniziato poco dopo mezzogiorno, i manifestanti sono riusciti a strappare l'impegno dell' assessore a reperire in extremis qualche risorsa aggiuntiva ma si sono dovuti tenere la consapevolezza che la cultura in Sardegna, vive una delle stagioni più buie. “Mila si è impegnato a recuperare due milioni di euro. In ogni caso si tratta di briciole, sarebbe stato molto meglio attivareuntavolo per concertare un investimento complessivo sulla cultura, siamo delusi e continueremo la mobilitazione”, fa sapere Donatella Pau dei Is Mascareddas chehauna sua analisi. “La gravissima crisi economica – spiega - è causata anche dalla crisi culturale. Spesso veniamo guardati con la puzza sotto il naso ma noi non siamo associazioni dopolavoristiche. Siamo imprese che lavorano da 30 anni e che danno buste paga, ci sono dipendenti che hanno famiglie che aspettano lo stipendio”, incalza la responsabile dell'unica compagnia di burattini e marionette della Sardegna. Con Pau nell'ufficio di Milia c'era anche Antioco Usala del Cadadie teatro e portavoce di Cosass (comitato degli organismi), la danzatrice Ornella D'Agostino, Gianni Melis di Fueddu e gestu, Alessando Olla di Ti con zero. Non mancavano i sindacati con Rossella Diana di Cgil spettacolo e i rappresentanti del Teatro lirico di Cagliari, e Federcultura con Marco Benoni. Che sembra appena un po' più indulgente con l'assessore. “Mila – spiega Benoni- ci ha rappresentato le sue difficoltà. E' consapevole che ci sono stati tagli insopportabili ma ci ha spiegato che consiglieri di tutti gli schieramenti hanno presentato emendamenti alla prossima finanziaria per due milioni di euro aggiuntivi”. Ma se anche questo tentativo non dovesse andare in porto lo scenario sarebbe davvero drammatico. “La prospettiva – precisa Benoni – è che si perda circa lametà dei3000addetti occupati nel settore. Riteniamo che la cultura abbia un valore alto, alimentare la fiducia, è evidente che tagliare in questo senso è ancora più grave. C'è poi la vicenda della legge sul cinema. In questo caso la Giunta regionale è stata incapace di attuare per avere i contributi destinati alle produzioni cinematografiche”. La mobilitazione, si diceva, non si fermerà. Il prossimo appuntamento, un analogo sit-in di protesta è previsto a breve di fronte all'assessorato alla Programmazione di via Battisti e poi sotto il Consiglio regionale di via Roma, in concomitanza con la discussione della manovra finanziaria. La vicenda approderà in aula anche grazie all'interrogazione presentata dal consigliere regionale del Pd Francesca Barracciu che ieri mattina era con i manifestanti. L'esponente del centrosinistra lo scorso maggio ha presentato una mozione sullo stato dello spettacolo ma nulla, a suo giudizio, è cambiato. “Tale perseveranza – accusa il consigliere Pd - penalizzante per la Sardegna intera, è anche un grande schiaffo istituzionale nei confronti del Consiglio regionale che da oltre sette mesi, a seguito della mozione sulla grave situazione dello spettacolo, ha approvato all’unanimità un ordine del giorno che impegna la Giunta regionale a provvedimenti sulla modifica e sulla attuazione della legge 18 del 2006”. Nei fatti, almeno secondo Barracciu, questi intendimenti sono rimasti lettera morta. “In una situazione di profonda crisi come l’attuale - è la sua conclusione - non trova nessuna giustificazione la perdita di gran parte delle risorse europee destinate alla creatività, all'arte e allo spettacolo. Nell’interrogazione che ho presentato con il collega MarioBrunochiedo a Cappellacci e Milia di sapere quali siano le ragioni che impediscono alla giunta di mettere in campo una politica regionale sullo spettacolo dando finalmente attuazione alla legge del 2006”.