Uno dei manifestanti minaccia di ingoiare una lametta
PIERLUIGI CARTA
CAGLIARI. I precari del comune di Cagliari hanno occupato gli uffici della Presidenza della giunta regionale di viale Trento. Una ventina di manifestanti attendono da ieri mattina seduti sui pavimenti del primo piano dell’edificio. L’assessore regionale al lavoro, Antonello Liori, concede un incontro con la rappresentanza della Cgil e e uno dei precari si leva finalmente la lametta di bocca. Le istanze rivendicate dai precari: un piano occupazionale che risolva il problema in attesa di stabilizzazione al municipio cagliaritano e l’apertura di cantieri sociali; la creazione di cantieri regionali per accompagnare alla pensione i precari degli enti locali dell’isola. Rischiano la disoccupazione 103 operatori del comune di Cagliari e circa 500 in tutta la Sardegna. Si tratta di persone che hanno lavorato per anni sotto contratti a tempo determinato per le amministrazioni locali. La maggioranza di loro ha 55 anni e più; un’età delicata: troppo giovani per la pensione e troppo anziani per essere appetibili sul mercato del lavoro. Impiegati nei vari campi come operai, manovali o in attività d’ufficio, sono stati assunti nell’ambito della L.R. n. 11 del 1988, che prevedeva la creazione cantieri comunali per interventi di utilità pubblica. «Una sorta di bombola di ossigeno per le amministrazioni - spiega Luca Locci, segretario provinciale Cgil Funzione pubblica - che costantemente presentano un deficit di organico». La catena di assunzione e indennizzo occupazionale si è interrotta nel 2009, quando i lavoratori, hanno accettato i rinnovi perché attanagliati dalla crisi, perdendo la condizione di disoccupazione e ritrovandosi sul fondo delle successive graduatorie. «Il problema i simile nei piccoli comuni come nei grandi - afferma Nino Cois, segretario regionale Cgil Funzione pubblica - ma la punta dell’iceberg è affiorata a Cagliari». Da qui la richiesta, presentata alla Regione, di finanziare un cantiere sociale attraverso un progetto straordinario, per dare una risposta alle persone senza speranze di assunzione. «Sarebbe in tal modo possibile accompagnare alla pensione il 90% dei 103 operatori» conclude Locci. L’incontro con Liori è avvenuto a fine mattinata, ma le richieste presentate non convincono l’assessore: «bisogna pensare a tutta la Sardegna e non si può privilegiare solo il capoluogo - aggiunge - il problema va affrontato con una legge organica a carattere regionale, con la disponibilità di fondi adeguati». Viene pertanto procrastinato a lunedì il tavolo delle trattative. Liori si domanda inoltre perché l’interlocutore debba essere la Regione e non il consiglio di Cagliari. «Il patto di stabilità blocca le assunzioni per le amministrazioni comunali e - controbatte Locci - la medesima legge spranga la via all’utilizzo dei tesoretti». I manifestanti davanti alle porte del palazzo di viale Trento si danno si adoperano per procurare la cena per gli occupanti all’interno. Tra loro Fabio Matta, 62 anni, dipendente comunale dal 2002 a febbraio 2011; Giuseppe Laconi, 65 anni, si è occupato della riparazione di marciapiedi dal 2002 fino a settembre 2011, quando si è trovato con un pugno di mosche in mano. Omero Porru, muratore specializzato, afferma: «non c’è una prospettiva di lavoro, con il mutuo che grava come un macigno, con Equitalia che preme - ha un debito di 2.750 euro che cresce ogni mese - andare avanti è una scommessa».