I precari del Comune
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Chiedono che decolli finalmente il piano per la loro stabilizzazione, ma anche che la Regione finanzi i cantieri sociali così da poter lavorare e sostenere le rispettive famiglie. Ieri mattina, con un blitz, una decina di precari dei cantieri comunali ha occupato l'atrio del primo piano della torre di viale Trento, nel palazzo che ospita gli uffici della presidenza. «Non ce ne andremo sino a quando il governatore Cappellacci non ci riceverà», ha detto Enrico Bernardi, storico precario del Comune. «Vogliamo delle garanzie e soprattutto un lavoro. Chiediamo che la Regione finanzi le opere così da poterci garantire almeno uno stipendio». La nuova iniziativa arriva a due giorni dalla eclatante protesta in Consiglio comunale durante la quale uno dei precari si era sistemato una lametta sulla lingua minacciando di ingoiarla.
IL SIT-IN All'esterno, mentre dentro si preparava l'occupazione, altri lavoratori hanno dato vita ad un sit-in, in rappresentanza dei 103 precari che chiedono la stabilizzazione nella pianta organica del Comune. «Serve un progetto straordinario per il lavoro» ha detto Luca Locci, della Funzione pubblica Cgil, «serve un programma e servono dei cantieri dove queste persone possano lavorare».
LE STORIE Qualche volta hanno lavorato direttamente per il Comune, altre per cooperative sociali, sempre comunque per conto dell'Amministrazione. «Aprivo e chiudevo i mercati civici» ha detto Elisabetta Belfiori, «ma non mi hanno mai riconosciuto la qualifica di custode specializzato». Storie simili a quelle di Pierpaolo Aresu, operaio generico per 10 anni nei cantieri, o dei muratori specializzati Giuseppe Laconi e Omero Porru: «Ora non sembrano esserci prospettive, per questa ragione abbiamo deciso di protestare». Anche perché dietro i precari ci sono le famiglie: «Non possiamo nemmeno pagare le bollette» ha rimarcato un manifestante, «basti pensare che per 200 euro di Irpef non versato, ora Equitalia me ne chiede 2.000».
In mattinata una delegazione ha incontrato l'assessore al Lavoro Antonello Liori, ma non il governatore Cappellacci. Per questa ragione, gli occupanti in serata erano ancora nel palazzo di viale Trento.
Francesco Pinna