Doveva essere una soluzione temporanea,mada un decennio 36 famiglie vivono in piccole stanze di una struttura comunale Ieri a Mulinu Becciu tensione e proteste. Striscioni sui balconi del palazzo. «Anche noi abbiamo diritto alla casa popolare»
Da dieci anni abitano in stanze di 10 metri quadrati, col bagno. Ci sono disabili e famiglie, anche di cinque persone. Per cucinare ci si arrangia coi fornelli a gas. Ma ora nella casa albergo di via Tiepolo scoppia la rivolta. Le 36famiglie dello stabile comunale chiedono la casa alla Giunta Zedda:«Neabbiamo diritto». Un’altra causa rimasta in silenzio sotto l’esecutivo Floris e che esplode sotto quello di Zedda. Ma non è l’unica “grana” della struttura realizzata 10 anni fa. In bilico c’è anche la gestione stessa della casa albergo. Tra due mesi dovrebbe fare i bagagli l’attuale gestore, la coop Immacolata onlus che ha però dalla sua l’aggiudicazione di una gara d’appalto. Il bando (affidamento dei servizi di gestione e manutenzione ordinaria della struttura) è stato disposto il 30 maggio 2010.Manon fuunsuccesso. In seguito alla pubblicazione (dal 18 giugno al 9 luglio) ha risposto soltanto una ditta: la cooperativa “Immacolata Onlus”, di cui è vicepresidente Tiziana Terrana, consigliere comunale Pdl a Monserrato e responsabile provinciale per le Pari Opportunità dello stesso partito. Lacoop si aggiudica l’appalto, con un ribasso del 5, 5 % sull’offerta (fissato a 384 mila euro), perdue anni, dal 1 settembre 2010 al 31 agosto 2012. Ma l’amministrazione sembra avere fretta. «Ci hanno detto che a febbraio dobbiamo andare via», spiega Tiziana Terrana, «ci sembra assurdo voler risparmiare suunservizio così delicato, in una zona sensibile comeMulinu Becciu. Voglio difendere la professionalità dei nostri ragazzi. Da quando siamo arrivati noi la realtà è cambiata », spiega, «provate a chiederlo a quelli dei palazzi di fronte». Sono 14 in tutto i dipendenti della Immacolata onlus e della Immacolata assistence che gestisce la ludoteca dove giocano i bimbi dello stabile. E proprio con la gestione in bilico in via Tiepolo è scattata la protesta degli abitanti. Gli striscioni che campeggiano ai balconi e alle finestre del palazzo se la prendono con la Giunta e fanno riferimenti agli zingari (anche l’attuale esecutivo si è limitato a garantire un’autogestione del campo sulla 554). «Non è una questione politica », spiega Stefano Farris, «il problema è che qui ci sono famiglie che da anni vivono in 10 metri quadrati. Io e miamoglie siamo disoccupati, abbiamo una bambina di 10 anni, siamo in graduatoria per le case popolari ma alloggi a disposizione non ce ne sono». Difficile capire perché dopo anni di silenzio sotto la Giunta Floris, arriva la protesta mentre governa Massimo Zedda e il centrosinistra. «Protestiamo perché pochi mesi fa ci hanno un altro alloggio fuori standard di 35 metri quadrati. Manoi», conclude Stefano Farris, «vogliamo le case che ci spettano e non vogliamo finire nei ghetti. Non è un problema politico: avremmo protestato anche con Emilio Floris». «La questione va risolta», dichiara l’assessore alle Politiche sociali Susanna Orrù, «purtroppo in passato l’emergenza alloggi non è stata affrontata e così la famiglie che nel dovevano trovare accoglienza in via Tiepolo “provvisoriamente”, si trovano ancora lì. Una risposta la Giunta la darà ragionando sulla politica abitativa in città, mentre noi contiamo di aiutare le fami- glie della “casa albergo” con reddito a trovare un’altra sistemazione ». Quanto alla gestione la Orrù parla di «impostazione sbagliata, caratterizzata da un’eccessiva presenza di assistenzialismo e protezione. E dunque, quando poiché c’è risparmiare, preferisco tagliare i progetti chenon condivido politicamente. Affronteremo la questione dei lavoratori della coop». «La gente che vuole un alloggio vero», chiede Marisa Depau, consigliere comunale Sel, «tra un po’ saranno tagliati i contributi al fitto casa. Non ci sono dunque alternative ad un programma serio di edilizia popolare, anche attraverso la richiesta di finanziamenti allaRegione ».