Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

La crisi colpisce la Provincia più ricca Cgil, Cisl e Uil vedono ormai il tracollo

Fonte: La Nuova Sardegna
10 gennaio 2012

Nella conferenza di inizio anno illustrate le emergenze e le priorità del territorio



In tre anni in edilizia persi oltre un quarto dei posti di lavoro

CAGLIARI. «La provincia non è più il territorio ricco e sta dimostrando tutta la sua fragilità economica. Se il 2011 è stato l’anno della crisi, il 2012 si preannuncia altrettanto grigio».
L’allarme giunge dalle segreterie territoriali di Cgil, Cisl e Uil che ieri mattina hanno analizzato la crisi del cagliaritano, delineato le proposte per il futuro e tratteggiato un quadro drammatico. La crisi è nei numeri, nonostante le vampate di ottimismo profuse a piene mani dalla Regione.
«Il 70% dei giovani tra i 15 e i 24 anni non studia e non lavora, oltre il 31% per quanto riguarda la fascia tra i 24 e i 35 - ha detto Gianni Olla della Uil in una conferenza stampa - e 10 mila persone in più sono iscritte ai centri servizi lavoro della provincia. Le donne rappresentano il 52%. La precarietà è il vero dramma. Sul totale delle assunzioni rilevate dai Centri Servizi Lavoro, solo il 23% è stato a tempo indeterminato. L’esercito dei pensionati, 131 mila persone, percepisce in media pensioni da 693 mila euro. Calano anche i consumi, con un trend negativo del 18%». Preoccupa i sindacati soprattutto la perdita di forza lavoro: 15 mila unità. E tutti i settori sono a rischio, dall’edilizia al commercio, all’industria, alle comunicazioni. «Il recente caso di Sardegna 1, con i tre redattori licenziati, è solo un tassello di uno scenario a tinte fosche» ha aggiunto Olla.
Nicola Marongiu della Cgil ha spostato la sua attenzione su Sarroch, che rappresenta ancora un polo a cui guardare con speranza. «La crisi del petrolchimico, tuttavia, lascerà per strada 400 lavoratori dell’indotto», ha detto. Mentre Fabrizio Carta della Cisl ha analizzato un fenomeno sempre più marcato in provincia di Cagliari: «L’occupazione si sta spostando dall’industria, che nel 2010 perde 6000 unità, ai servizi alla persona, che registrano un aumento di 2214 unità, la maggior parte delle quali sono donne», ha concluso Carta. È dall’edilizia, ancora una volta che potrebbe ripartire se non la ripresa quantomeno un flebile vento di risalita. Nell’ultimo anno più del 10 per cento degli occupati nel setottre ha perso il lavoro; dal 2008 a oggi quasi un terzo degli addetti è per strada. Con questi numeri solo il rafforzamento dei punti di forza della città, portualità, e grandi infrastrutture già finanziate e da realizzare, come polo universitario, di ricerca e compendio molentargius, potrebbe aiutare a non sprofondare ancor di più. Ma i sindacati accelerano sui tempi. «Cantieri entro sei mesi, oppure le crisi del passato saranno uno scherzo».

(g.cen.)