Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Ma noi esclusi ci faremo sentire»

Fonte: La Nuova Sardegna
9 gennaio 2012

Non si placano le polemiche sull’attribuzione dei contributi comunali per le manifestazioni del Capodanno

Dopo il teatro del mare, bocciata anche la pista del ghiaccio al porto


«Ci hanno fatto fuori e l’abbiamo saputo soltanto dai giornali»

CAGLIARI. Non ci sta a restare fuori, a guardare gli altri operatori culturali e dello spettacolo che lavorano coi contributi pubblici. Dopo l’esclusione dal Capodanno, insieme ad altri imprenditori, Andrea Caldart della PeopleWay è pronto a dare battaglia: «Ho già denunciato diverse situazioni in Procura e i processi sono in corso - annuncia senza mezzi termini - potrei essere costretto ad andare avanti su questa strada, a Cagliari come in altre città sarde».
Il primo passo è stato una lettera aperta al sindaco Massimo Zedda, dove Caldart ha chiesto spiegazioni sui criteri di selezione delle proposte per i festeggiamenti: «Ho rispettato i requisiti della selezione - avverte - e ho saputo soltanto dai giornali di essere rimasto escluso, il Comune ha convocato una riunione con gli operatori senza neppure spiegarmi, come prevede la legge, le ragioni dell’esclusione». Accadeva anche prima - sostiene - quando al timone del municipio c’era una giunta di centrodestra: «Speravo che le cose cambiassero, soprattutto da quando certi dirigenti comunali sono finiti in tribunale. Lo slogan elettorale è stato brillante, adesso tocca a noi. Invece vedo che tocca sempre agli stessi e devo constatare che i sistemi sono gli stessi. Se le cose resteranno così non avrò altra scelta che tutelarmi. Altri operatori sono nelle mie stesse condizioni, ci muoveremo insieme. Non chiedo alcuna corsia preferenziale, ma solo che mi venga data la possibilità di competere a parità di condizioni con gli altri».
Se stavolta a spartirsi i contributi - soltanto 90 mila euro compresa la direzione tecnica, per un’apprezzabile scelta di risparmio indicata dal sindaco - non sono stati i soliti noti, Caldart lamenta di essere rimasto confinato comunque nell’elenco degli esclusi senza spiegazioni formali. Qualcuno dice che paghi la fama di cattivo pagatore: «Questa storia dei debiti deve finire - ribatte - ho un impegno per trentamila euro con le persone che hanno lavorato con me a Quartu, ma è la Pro Loco quartese che deve a me quella cifra. Chi insinua di cause in corso parli coi miei legali e conoscerà la verità. Poi magari dopo parleremo dei comportamenti di altri operatori che hanno rapporti privilegiati con comuni e province malgrado siano clienti abituali delle procure. Ci sono debiti e debiti, quelli con la giustizia mi sembrano più gravi».
I fatti comunque parlano chiaro, per una ragione o per l’altra i progetti targati Caldart col socio Filippo Serra sembrano finire tutti sul binario morto: «L’anno scorso ho proposto il teatro del mare, da installare al Poetto in un’area inutilizzata. Uno spazio aperto a tutti gli operatori, a costo zero per le casse pubbliche. Nessuna risposta dal Comune, senza ragioni conoscibili. Ora siamo daccapo, ho offerto l’impianto da montare a spese mie alla Fiera e in altri spazi, ma sembra che si preferisca spendere soldi pubblici anzichè accogliere i miei progetti». L’ultimo era per un Capodanno alternativo, da mettere in piedi nelle banchine del porto. Si chiamava Ice Forum Village, è rimasto sulla carta: «Il presidente dell’Authority Piergiorgio Massidda sembrava entusiasta, mi ha spalancato le porte - racconta Caldart - si trattava di montare una pista del ghiaccio in una delle tre aree possibili, sul molo Sant’Agostino nel lato uffici dell’Autorità o al molo Ichnusa, di fronte al terminal crociere. Ho rispettato a puntino tutte le prescrizioni che mi sono arrivate dagli uffici, c’era una fidejussione pronta a garanzia di tutto e un folto gruppo di artigiani che aspettavano di partecipare all’iniziativa con le loro botteghe, un’esposizione-vendita di prodotti che avrebbe trasformato il porto in uno spazio vivo per il periodo delle feste». Sembrava fatta, poi più niente: «Mi è stato rappresentato qualche problema per la stabilità della pista, un problema inesistente. Ho dato comunque la disponibilità a risolverlo secondo le indicazioni dell’ufficio ma a un certo punto non ho avuto più alcun interlocutore. Spariti tutti e un’altra occasione perduta, per me ma soprattutto per la città».