L’INCARICO Dall ’Ater emiliana potrebbe arrivare il successore di Di Benedetto. I sindacati: decisione subito o sciopero
C’è un nome per la successione di Gennaro Di Benedetto alla guida del Teatro Lirico: è Maurizio Roi, attuale presidente dell'Ater, associazione teatrale dell’Emilia Romagna. I rumors danno la successione come cosa fatta, anche se manca l’ufficialità della nomina da parte della Fondazione di via Sant ’Alenixedda. Ma Roi sarebbe l’uo - mo giusto, anche per il sindaco Massimo Zedda, per risanare le casse disastrate del Lirico e allontanare lo spettro della bancarotta. Non verrebbe a Cagliari da solo: si porterebbe dietro un consulente artistico, Gigi Ferrari, e un direttore artistico, Rosetta Cucchi. Roi, pare, vanta una antica militanza nel Pci (ora vicino al Pd) e ha ottimi rapporti con l’assessore regionale alla Cultura emiliano, che ha la tessera di Sel, come Zedda.
Ma con l’Ater hanno dialogato, in passato, anche l’ex governatore Renato Soru e il suo assessore alla Cultura Maria Antonietta Mongiu. I dettagli sarebbero ancora da definire, ma l’avvento di Roi potrebbe placare gli animi dei sindacati del teatro, che solo ieri, in un documento firmato dalle otto sigle, avevano imposto l’ulti - matum: via Di Benedetto alla prossima riunione del Cda dell’11, altrimenti facciamo saltare i prossimi quattro concerti in programma il 13, 14, 27 e 28 gennaio. Una minaccia di astensione dal lavoro che è arrivata mentre si è aperto un nuovo fronte: i finanziamenti regionali per il 2012 dovrebbero passare ai 4,9 milioni di euro, poco più della metà dei 9 e mezzo dell’anno appena trascorso.
LA MINACCIA DEI SINDACATI Cgil, Cisl, Uil, Fials Cisal, Snater, Libersind, Confsal, Fls Css sono più compatte che mai: «È necessario un piano industriale che rilanci il teatro, rivolto al futuro che difenda il suo patrimonio professionale e culturale», scrivono, «Il sindaco della città, presidente della Fondazione e i consiglieri di amministrazione devono condurre e indirizzare le nuove scelte già dal prossimo cda allontanando Di Benedetto, inadeguato a condurre il processo di cambiamento». La testa del sovrintendente, quindi, come base essenziale per far ripartire la Fondazione. Massimiliano Cecalotti, dell’Unione Sindacale di Base, spiega: «Ci auguriamo che una volta rimosso il sovrintendente il cda ci convochi per ascoltare le nostre proposte. Abbiamo presentato una programmazione costruita su 300 appuntamenti. Chi verrà dopo sarà agevolato perché troverà tutto già pronto. Il tempo c’è: la stagione sinfonica è coperta fino a marzo». Rossella Diana della Cgil aggiunge: «Di Benedetto non ha saputo fare il suo lavoro. E vorremmo che il cda ne prendesse atto: l’unica soluzione proposta per rilanciare il teatro sono state il taglio delle produzioni unito a quello delle mensilità». Ottimismo dunque, sperando che il 2012 porti nel teatro di via Sant’Alenixed - da un nuovo sovrintendente. E, se le voci insistenti che circolano sul nome di Roi dovessero trovare una cvonferma ufficiale, al Lirico potrebbe tornare la pace. Forse. Enrico Fresu Francesca Ortalli