di Marcello Zasso
Il Consiglio provinciale è stato sciolto dalla giunta regionale. Ma resta in carica. L’esecutivo guidato da Ugo Cappellacci ha approvato il decreto di scioglimento presentato dall’assessore agli Enti locali Nicola Rassu.
Quella fatta ieri dalla giunta regionale è stata una scelta obbligata, perché in base alle leggi vigenti (la legge regionale 13 del 2005 e il Testo unico degli Enti locali) non è possibile commissariare l’ente intermedio in seguito alla decadenza del presidente. Così, alla prima seduta della giunta dopo l‘uscita di scena di Graziano Milia, è stato formalizzato lo scioglimento del Consiglio e la decadenza della giunta, la cui guida viene in automatico affidata alla vice presidente Angela Quaquero. L’assesso - re alle Politiche sociali ha quindi il compito di traghettare la Provincia fino alle prossime elezioni. Il periodo previsto è quello tra maggio e giugno e sarà il presidente della Regione a fissare la data delle elezioni. Questo è lo scenario previsto da Milia nella sua prima intervista da ex presidente, rilasciata al settimanale della diocesi Il Portico.
Dopo aver confermato che la Giunta regionale non aveva la possibilità di commissariare la Provincia, Milia ha parlato anche della sua vicenda giuridica. «Mi fermo alla cronistoria: in primo grado sono stato assolto, in appello sono stato condannato, in Cassazione il Pg ha chiesto la mia assoluzione e la Corte non ha ammesso il ricorso. Basta ». Sotto il piano personale l’ex sindaco di Quartu ha spiegato che «nella vita ogni tanto bisogna saper abbandonare i panni del generale per indossare quelli del soldato semplice ». Ma ha anche precisato che non abbandona l’idea di correre per le Primarie in vista delle Regionali: «Le guerre le vincono i soldati semplici, non i generali».