Dopo la sentenza della Cassazione, parla l'ex presidente della Provincia
Graziano Milia: candidato in Regione, perché no?
Non lascia la scena, la conferma arriva dalla decisione di creare, con alcuni amici di Quartu, un'associazione che si occuperà di politica. «Quella vera, dal basso, senza cariche elettive che spesso impediscono di dire ciò che si pensa davvero». Graziano Milia è uscito dalla Provincia dopo la conferma della condanna in Cassazione per abuso d'ufficio, ma non scompare dalla politica.
Prossima fermata le regionali?
«Non ci avevo mai pensato, lo sto facendo in questo periodo. Non sarebbe una brutta idea».
Se si candidasse, qualcuno storcerebbe il naso.
«Il codice etico del mio partito, il Pd, è chiaro: permette a tutti gli iscritti di potersi candidare, quindi non vedo quale sia il problema».
Ritiene che la sua immagine sia stata danneggiata dalla sentenza della Cassazione?
«Preferisco guardare il bicchiere mezzo pieno. In realtà questo scenario mi sta permettendo di fare cose che prima mi sognavo».
Per esempio?
«Ora ho la possibilità di tornare alla politica vera, dal basso. Per chi, come me, ha spesso avuto cariche politiche, fa bene fermarsi un attimo e mettersi dall'altra parte. E poi ho più tempo libero da dedicare agli affetti e alle amicizie, cosa che prima non avevo la possibilità di fare con regolarità, visti tutti gli impegni che avevo».
In Provincia qualcuno l'ha criticata per aver concesso finanziamenti alle associazioni in modo poco trasparente.
«Falsità. Nel 2011 i fondi dati a manifestazioni o iniziative culturali sono diminuiti. Spesso non è possibile fare bandi per assegnare contributi, ci è capitato di salvare alcune manifestazioni di grande rilevanza grazie a finanziamenti erogati all'ultimo».
Magari in molti casi non erano manifestazioni di grande rilevanza.
«Ma la società non è solo quella che piace a noi. Ci sono alcuni settori che non sono seguiti da tante persone, ma all'interno dei quali operano artisti di grande qualità, che meritano di poter esprimere quello che hanno dentro».
Ha ricevuto attestati di solidarietà dopo la condanna?
«Sì, soprattutto dalla gente comune. Hanno capito che quella sentenza ha affermato due cose: che non ho rubato e che non sono stato corrotto. Forse ho solo commesso l'errore di aver fatto una delibera in Giunta invece che in Consiglio comunale».
E dal suo partito ha ricevuto telefonate?
«Tante a livello nazionale, uno su tutti Ignazio Marino. Ma anche da qualche esponente regionale».
Qualche siluro post sentenza però è arrivato, anche dal centrosinistra.
«Magari chi parla male di me pensa di rafforzarsi, ma in realtà si indebolisce».
Piercarlo Cicero
La legge
Assemblea
ed esecutivo,
cosa prevede
il regolamento
Lo scioglimento del Consiglio provinciale, deliberato dalla Giunta regionale, viene inteso come interruzione anticipata della legislatura rispetto alla scadenza naturale fissata nel 2015.
Il Testo Unico degli Enti Locali (art. 53) impone lo scioglimento per la presa d'atto della decadenza del presidente: come noto Graziano Milia non si è dimesso, in questo caso sarebbe scattato automaticamente il commissariamento della Provincia.
Con la decadenza, invece, le funzioni di Milia passano alla vicepresidente Angela Quaquero che continuerà a guidare l'ente sino alle prossime elezioni, probabilmente nella primavera 2012. Il Consiglio viene dunque sciolto sulla “carta” per un obbligo di legge (la decadenza di Milia) ma di fatto la stessa legge prevede che rimanga in carica sino al voto anticipato.