Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Sciolti giunta e consiglio ma restano fino a maggio

Fonte: La Nuova Sardegna
5 gennaio 2012

La Provincia confinata nel limbo politico





Ora solo atti ordinari e poteri alla presidenza poi un ente più snello

CAGLIARI. Nessun commissariamento, la legge non lo consente. Ma giunta e consiglio provinciale sono stati formalmente sciolti con un decreto della giunta regionale, che ha dovuto firmarlo in base alla legge regionale 13 del 2005 e agli articoli 53 e 141 del decreto legislativo 267 del 2000 - il Testo unico, la Bassanini - dopo l’uscita di scena del presidente Graziano Milia legata alla conferma in Cassazione della condanna per abuso d’ufficio. Gli assessori e i trenta consiglieri di palazzo Viceregio non dovranno però svuotare i cassetti, almeno non subito: fino alla «prima data utile per le elezioni» resteranno in carica, in una sorta di limbo politico, a supporto della neo-presidente Angela Quaquero, che in mancanza dei poteri commissariali deve poter contare su un’amministrazione articolata e sull’assemblea. Sarà comunque una Provincia azzoppata, perchè fino a maggio-giugno 2012 - il periodo indicato per l’apertura delle urne - potranno essere firmati solo atti amministrativi ordinari. Ed è qui che nascono i problemi: l’assenza di norme che distinguano con chiarezza l’amministrazione ordinaria da quella straordinaria obbligherà la presidente a valutare decisione per decisione sotto stretto controllo legale. Per quanto la sterminata giurisprudenza amministrativa lasci aperta la strada a interpretazioni infinite. Se è certo che il via libera alle buste-paga è un atto ordinario, già le scelte da adottare sul bilancio contengono valutazioni di taglio politico che sarebbero vietate in questa situazione di passaggio. Come dire che quello assegnato dalla legge ad Angela Quaquero è un compito complesso, con profili di rischio molto elevati. Finora la presidente ha cercato di seguire la linea della continuità, col rinnovo automatico degli incarichi a termine ma imponendo lo stop alle pratiche per contributi e consulenze. Una volta messi nel freezer assessori e consiglieri le decisioni verranno accentrate sul suo ufficio ed è difficile prevedere che cosa accadrà.
Diversa la posizione dei consiglieri: loro malgrado avranno il compito di tenere calde le poltrone fino alla primavera, come gli assessori. Se la Regione avesse potuto commissariare la Provincia sarebbero andati a casa, ora vivranno in una dimensione sospesa davvero poco invidiabile. Incasseranno le indennità, di certo avranno serie difficoltà a guadagnarsele, ammesso che l’abbiano fatto fino ad oggi.
Il futuro di palazzo Viceregio è peraltro ancora tutto da scrivere: «E’ allo studio da parte della giunta regionale - ha spiegato all’Ansa l’assessore agli enti locali Nicola Rassu - un disegno di legge organico sull’ordinamento delle autonomie locali, che verrà definito con la concertazione e la più ampia condivisione con le forze istituzionali e politiche e con le rappresentanze degli enti locali, salvaguardando la specificità dei Comuni e delle Province della Sardegna». Dovrebbe trattarsi di una norma in linea con l’orientamento espresso dal governo Monti, che nel decreto salva-Italia ha previsto province molto più snelle, con un presidente e dieci consiglieri espressi direttamente dai comuni territoriali senza passare per le elezioni. Per l’ente cagliaritano, causa la decadenza di Milia, si dovrà seguire necessariamente una corsia accelerata con l’obbiettivo di mettere insieme comunque una Provincia di emanazione popolare, ma con organi amministrativi e di rappresentanza molto più leggeri. Di certo della struttura pachidermica tenuta insieme fino a ieri resterà solo il ricordo. (m.l)