Imprenditori esclusi dal Capodanno accusano Zedda
CAGLIARI. Il Capodanno 2012 è in archivio ma le polemiche sull’organizzazione degli spettacoli pubblici nella notte di San Silvestro sembrano aprirsi solo adesso. Sono Andrea Caldart e Filippo Serra, delle società PeopleWay e Trand&Fashion, a scrivere al sindaco Massimo Zedda una durissima lettera aperta dove vengono messi in dubbio i criteri usati per assegnare i contributi e per la selezione degli operatori. Parlando di «burocrazia ad personam» Caldart e Serra - gli stessi che hanno denunciato alla Procura i fratelli Palmas di Sardegna Concerti, finiti poi in tribunale per la gestione dell’anfiteatro romano e delle attrezzature pubbliche destinate al jazz - chiedono spiegazioni al capo dell’esecutivo comunale sulla loro esclusione da un incontro fra amministrazione e operatori culturali per mettere l’accento sul fatto che alla fine - così scrivono - quello che doveva essere un «Capodanno in austerità con poche decine di migliaia di euro» sia stato affidato «ad un privato, concorrente di tutti gli altri operatori culturali» che secondo Caldart e Serra «difficilmente può averlo fatto a titolo di beneficienza». Insomma, i due operatori sospettano che l’amministrazione Zedda abbia voluto favorire qualcuno. Un sospetto che andrebbe dimostrato, a meno che non siano fondati i rilievi che i due operatori culturali muovono ai criteri seguiti dal Comune per valutare i progetti di spettacolo legati al Capodanno. Secondo Caldart e Serra non è chiaro quali siano quelli considerati più «pesanti» nella scelta finale. Nella lettera aperta si fa poi riferimento alla mancanza di una data per l’apertura delle buste con le proposte artistiche, non viene spiegato se ci sia una commissione - ed eventualmente da chi sia composta - per la valutazione e neppure le modalità per l’apertura dei plichi.
Nella lettera aperta Caldart e Serra accusano il sindaco di aver replicato lo scenario che ha preceduto la sua amministrazione: «Da una parte - scrivono - l’impertinenza e l’arroganza di chi usa le strutture pubbliche per fini personali, dall’altra imprenditori che investendo i loro capitali privati sviluppano progetti che seppur presentati all’amministrazione pubblica rimangono senza risposta malgrado tempi e modalità stabiliti dalla legge».
Difficile non prevedere una coda giudiziaria per quest’ennesima battaglia fra gli operatori dello spettacolo, impegnati da decenni nella ricerca di un rapporto trasparente con gli enti pubblici. Se l’amministrazione Zedda sembra aver fatto cadere la situazione di monopolio che ha segnato soprattutto gli anni del centrodestra, chi resta escluso dalla suddivisione dei contributi non sembra disposto ad accettare la situazione. Caldart e Serra invitano gli altri operatori culturali a unirsi a loro per avviare un percorso di chiarimento con il sindaco Zedda: «Basta con questo medievalismo culturale - si chiude la lettera - quell’“ora tocca a noi” della campagna elettorale sembrava una svolta di apertura e di partecipazione collettiva» che in realtà, considerate gli ultimi avvenimenti, non sembra essersi verificata. (m.l)